L’incredibile storia del Fanciullo d’Europa

L’incredibile storia del Fanciullo d’Europa

Alcune storie o vite non trovano una spiegazione poiché la verità non viene mai a galla. È il caso della vita di Kaspar Hauser, noto soprattutto come il Fanciullo d’Europa.

A Norimberga

Kaspar era un bambino tedesco che si presentò il 26 maggio del 1828 in una piazza di Norimberga ( Germania) da solo, palesemente impaurito e che sapeva pronunciare solo qualche parola, tra cui il suo nome e il sostantivo “cavallo”. Quando lo avvicinarono le autorità, trovarono due lettere teoricamente di due mittenti diversi, ma di cui la grafia era la stessa. Il contenuto era diverso: nella prima si indicava il nome della madre e del padre, morto in battaglia. Nella seconda, invece, il mittente sosteneva di aver tenuto Kaspar in prigione.

Dipinto raffigurante Hauser. Wikipedia.

Le guardie dunque ne furono subito insospettite e così lo condussero alla stazione di polizia; qui, Kaspa non si dimostrò in grado di parlare, sapeva pronunciare il suo nome e non dette, quindi, alcun dettaglio aggiuntivo che potesse chiarire la situazione. Alcuni resoconti lo descrivono come impaurito e sospettoso di ogni persona o rumore, tanto da non saper nemmeno distinguere una finestra da un quadro. Fisicamente, il ragazzo stava bene, come riporta il resoconto medico: era in buona salute e non sembrava aver sofferto la fame.

Era tuttavia impossibile capire le sue origini e, visto anche le sue difficoltà linguistiche, lo portarono al Castello di Norimberga, dove pian piano riacquisì l’uso della parola e seppe raccontare le sue origini. Secondo la sua versione, era stato rinchiuso in una cella piccolissima fin dalla tenera età, nella quale c’era solo un pagliericcio e due giocattoli. Non aveva mai visto altre persone, se non un uomo che li consegnava l’acqua e il pane e che poi lo condusse a Norimberga, dove lo ritrovarono.

La vita turbolenta e i diversi tutori

Oggi, in molti sostengono che questo racconto non sia plausibile, poiché, se davvero avesse vissuto così, avrebbe sviluppato un profondo ritardo mentale difficilmente recuperabile. All’epoca però lo videro come un eroe tanto da finire in prima pagina sui giornali locali. Gli elargirono numerose donazioni e lo affidarono a un preside della scuola che lo educò nelle comuni materie. A casa del preside però successero eventi ancora oggi poco chiari: una volta lo trovarono con la fronte sanguinante in cantina e, secondo le parole di Kaspar, ad attaccarlo era lo stesso uomo della prigione.

Ritratto di Kasper nel 1830. Wikipedia.

Questo destò una preoccupazione generale. La polizia, infatti, li concesse una scorta armata e li cambiarono tutore, ma questi provvedimenti non fecero cessare i fatti strani: un’altra volta ancora, la scorta sentì nella camera di Kasper un colpo di pistola, quando arrivarono lo trovarono nuovamente con la testa sanguinante. Cambiarono così di nuovo custode: questa volta, la persona scelta fu il Barone Von Tucher.

Ben presto anche a casa Tucher iniziarono le lamentele: la moglie del Barone si lamentava che Kasper era bugiardo e meschino. Così la convivenza finì velocemente. Trovarono ancora un altro tutore, un nobile inglese, il quale spese una fortuna per capire le sue origine, tanto da finanziare anche due viaggi in Ungheria perché sembrava ricordare alcune parole in quella lingua, che non dettero alcun risultato.

L’ultima ferita, quella mortale

Nel 1833 Kaspar tornò alla residenza con un profonda ferita all’addome: raccontò di essere stato aggredito in un parco pubblico da un uomo mascherato, il quale aveva lasciato anche un borsa. Le autorità trovarono effettivamente la fantomatica borsetta con una lettera che però aveva la stessa grafia delle due rinvenute a Norimberga. Questa ferita gli fu mortale: morì il 17 dicembre.

Im molti sostennero che se la fosse procurata da sola, e non solo questa ma anche tutte le altre. Nel corso degli anni, alcuni storici indicarono che Kasper sarebbe stato vittima di alcuni intrighi dinastici che però non furono mai dimostrati.