La Chiesa della Madonna delle Grazie: un esempio seicentesco

A Roiate, borgo tra i più antichi della provincia romana, non mancano certamente edifici di interesse storico-artistico. Essendo tra quelli più caratteristici, è possibile ammirare opere d’arte, monumenti, luoghi di culto che attraversano secoli di storia italiana; dall’altra parte questo ridente paese vanta una storia che inizia con la dominazione romana.

L’imperatore Valeriano. Wikipedia.

Non abbiamo notizie certe sull’avvento del Cristianesimo in questa zona, mancando documenti scritti o testimonianze pittoriche, ma si può dedurre che sia stato presente già dal III secolo. In questo secolo, infatti, sono stati rinvenuti piccoli tabernacoli dedicati San Lorenzo Martire, ucciso durante l’impero di Valeriano ( 253 d. C-260 d. C) nel 258.

Le Chiese rurali: patrimonio italiano

Questi piccoli ma importanti indizi testimoniano come nella zona roiatesi il culto religioso abbia sempre fatto parte della vita quotidiana dei suoi abitanti. La devozione religiosa è comprovata anche dai numerosi edifici religiosi sparsi all’interno cittadino e nelle zone limitrofe. Ognuna delle parrocchie risale a un periodo storico diverso e dunque è indizio certo della profonda religiosità del luogo.

San Lorenzo Martire. Wikipedia.

Nella Storia sacra, e non solo, hanno una grande rilevanza le Chiese rurali, ossia quelle parrocchie che si trovano in zone rurali che, frequentemente, sorgevano per volontà degli abitanti stessi. La consuetudine a costruirle nasce durante il Medioevo quando il culto religioso si fece più radicato nelle comunità rurali. La loro edificazione era, spesso, opera del Vescovo o del feudatario di zona che si faceva, dunque, carico delle spese sia per la costruzione sia per il decoro interno. A Roiate, dunque, come in altre parti d’Italia, non mancano di questi esempi; tra le più caratteristiche c’è quella della Madonna delle Grazie.

La Parrocchia delle Madonna delle Grazie

Tale Chiesa è, appunto, situata lontano dal centro cittadino, in campagna. Fu edificata per volontà del popolo roiatese che volle rendere omaggio alla Vergine Maria. Non sappiamo con esattezza l’anno in cui fu edificato, è possibile, però, presumere che fu costruita intorno al XVII secolo. Durante il Seicento, infatti, in molte zone laziali, la venerazione e la devozione verso la Vergine si fecero sicuramente più radicati e appassionati. Nonostante abbia subito dei lavori di ristrutturazione, si presenta pressoché uguale al progetto originale.

All’esterno presenta un unico ingresso, il quale è affiancato da due ampie finestre rettangolari. La parte inferiore, inoltre, è coronata da una forma circolare che offre il raggio di luce al punto di fuga (in architettura è il punto in cui sembrano convergere le linee parallele e, quindi, attira l’attenzione di chi sta guardando), ossia l’altare. All’interno ha un’unica navata e il pavimento è in cotto.

Il dipinto seicentesco

A dispetto delle dimensioni ridotte, non mancano quadri di grande importante artistica. Tra i più degni pittoricamente è uno, appunto, dalla nomenclatura di “La Madonna delle Grazie”. Lo stile pittorico, in cui è stato composto il dipinto, fa presumere che sia stato realizzato all’interno di una scuola manieristica. Il manierismo fu una corrente artistica che sviluppò, appunto, durante questo secolo; tra le caratteristiche più comuni a questo tipo di pittura, c’è il preziosismo delle figure e questo è visibile anche in questo quadro.

Immagine del dipinto seicentesco.

La Madonna e il Bambino, infatti, sono cinti da una corona lucente. Inoltre, la posa risulta particolarmente plastica, oltre che classica a questo tipo di raffigurazione: Il Bambino è in braccio alla Madonna, la quale ha il braccio sinistro leggermente alzato. Inoltre, “La Madonna delle Grazie” è omaggiata anche una bellissima e storica processione che si svolge sia nel mese di Maggio sia in quello di Settembre.

Insomma, questa piccola parrocchia, non solo dimostra la passione religiosa dei roiatesi ma ci offre un bellissimo esempio di architettura e d’arte seicentesca.