La tragica notte di San Bartolomeo

Ci sono notti che rimangono nella Storia, che a distanza di anni e, in qualche caso di secoli, non possiamo fare a meno di conoscere o per la loro magnificenza o per la loro tragicità; frequentemente, sono il preludio a qualcos’altro, precedono un evento più grave o una svolta storica. Tra le notti più ricordate nella Storia c’è quella di San Bartolomeo, chiamata così perché, appunto, accadde tra il 24 e 25 agosto del 1572, giorno dedicato al Santo. Questa tragica notte vide il massacro da parte della fazione cattolica a danni degli ugonotti, termine dispregiativo che indicava i protestanti francesi di confessione calvinista.

Gli Ugonotti

La fede calvinista si era diffusa in Francia dal XVI secolo soprattutto nelle città tra i ceti più abbienti e le categorie di lavoratori “nuove”, come tipografi e stampatori. Verso gli anni Sessanta del Cinquecento, gli “ugonotti” erano quasi un ottavo della popolazione francese. Questa veloce e crescente adesione preoccupò le autorità e i regnanti cattolici che iniziarono a intravedere un pericolo per la stabilità del loro potere. I tentativi per arginarli e controllarli furono molteplici, come quello di Caterina de’ Medici, reggente al trono francese dal 1559, la quale, sentendosi schiacciata dalle pretese dalla parte cattolica, soprattutto dai Duchi di Giusa, ramo cadetto della più nota casata Lorena, li sfruttò come appoggio politico.

A seguito della vittoria della Battaglia di Lepanto, avvenuta nel 1571 contro l’Impero Ottomano, tutti i regnanti di fede cattolica, dunque anche quelli francesi, si sentirono rinvigoriti nel loro potere, tanto da credere di poter controllare e, in qualche modo, sottomettere, i credenti di fede protestante. Il clima di rinnovata fiducia comportò, dunque, un atteggiamento più intransigente e meno aperto dei cattolici nei confronti delle altre fedi.

L’attentato a Gasparad De Chântillon

Appena qualche giorno prima della notte di San Bartolomeo, il comandante delle forze protestanti,

Gasparad De Chântillon. Wikipedia.

, subì un attentato a opera di Charles de Louviers; ne uscì quasi illeso, solamente con un braccio ferito. I mandanti del tentato omicidio sono, ancora, ignoti. A riguardo ci sono diverse ipotesi.

Alcuni storici credono che fu la famiglia Guisa, da sempre ferventi cattolici e interessati a mantenere l’egemonia della loro influenza. Altri, invece, credono che il mandante sia stato il Duca D’Alba, governatore dei Paesi Bassi, ad opera di Filippo II, re di Spagna. Entrambi, infatti, avrebbero avuto il loro tornaconto personale: dalla parte del Duca d’Alba, l’attentato avrebbe giovato anche alla sottomissione dei protestanti calvinisti nel suo paese, dall’altra il re spagnolo avrebbe, sicuramente, rafforzato il suo potere, essendo stato tra i re cattolici più intransigenti.

La reazione della classe regnante

Poco dopo tempo, il re di Francia, Carlo IX (1550-1574), per calmare gli animi dei protestanti e riportare alla normalità la situazione, si recò da De Chântillon per assicurarsi delle sue condizioni di salute.

I nobili cattolici escono dal Louvre. Wikipedia.

Durante questa visita, il re promise a lui e a tutti gli “ugonotti” giustizia, nonostante la parte cattolica avesse giudicato l’attentato solo una mera coincidenza. Il mancato omicidio di De Chântillon provocò una profonda crisi. A oggi, comunque, si può considerare il causus belli della strage: i protestanti chiedevano un pena esemplare nei confronti dell’esecutore, confidando nell’appoggio dei regnati.

La riunione a Tullier

La situazione, nonostante gli apparenti buoni propositi di Carlo IX, precipitò e gettò la capitale francese nel caos. Fu necessario, dunque, mettere sotto sorveglianza la casata dei Guisa e altri ricche famiglie cattoliche. La sera del 23 agosto il Re convocò una riunione con le massime autorità politiche per decidere i provvedimenti da prendere. Non esiste alcun documento storico che provi con certezza che fu deciso in tale circostanza per il massacro dei vertici protestanti. Tuttavia gli storici credono che proprio a Tullier, Carlo IX e i suoi stilarono una lista dei vertici protestanti, organizzando così un massacro lucido e diretto.

Carlo IX. Wikipedia.

A sostegno di questo, c’è la convocazione che le guardie ebbero poco dopo, ai quali li fu ordinato di armare anche i borghesi e chiudere le porte della città. In questo modo così iniziò la caccia all’ugonotto: il massacro iniziò intorno alle tre del mattino e durò per diversi giorni. Uccisero moltissime persone, tra cui lo stesso De Chântillon. Il suo corpo fu gettato nella Senna, ripescato qualche giorno dopo, evirato e, infine, impiccato.

Il clima di repressione si diffuse anche nel resto della Francia, tanto che l’uccisione dei fedeli protestanti accadde anche in altre zone, come a Orélans e nella Valle della Loira.

Dubbi storiografici

Molti studiosi si sono interrogati a fondo su questa tragica notte, poiché i dubbi che la avvolgono sono ancora molti; infatti, non esiste una storiografica contemporanea che possa diradarli. Alcuni, soprattutto nel secolo XIX, credettero che tale massacro fosse premeditato e che, dunque, sarebbe successo indipendentemente dalle cause. Questa tesi, molto in voga nell’Ottocento, è stata screditata da studi recenti che confermano le dinamiche storiche per cui essa è avvenuta.

Un ugonotto il giorno di San Bartolomeo, dipinto di J.E. Millais, 1852, Wikipedia.

Rimane, comunque, il punto di domanda sul coinvolgimento della famiglia reale, più precisamente non abbiamo la certezza di quali ordini dette Carlo IX. La tesi, a mio avviso, più credibile che egli avesse ordinato sicuramente l’uccisione dei leader protestanti, ma non quella della popolazione. Quest’ordine, però, scatenò un’isteria di massa e fece sì che la situazione precipitasse nel caos, portando così al massacro della notte di San Bartolomeo.

 

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