Oggi 25 marzo è il Dantedì: l’attualità dei versi del Sommo Poeta

Oggi, 25 marzo, si celebra il Dantedì, una giornata nazionale che commemora e riscopre, semmai ce ne fosse bisogno, il Somma Poeta, Dante Alighieri: colui che ha scritto la Divina Commedia, il Convivio, il De Monarchia, La Vita Nova, colui che rappresenta l’emanazione massima della forma letteraria. Ha ispirato poeti, artisti, letterati e influenza la vita di tutti noi con modi di dire, neologismi e visioni filosofiche.

Perché la giornata a lui dedicata cade il 25 marzo?

Istituita il 14 gennaio del 2020 con una delibera del Ministero dei beni culturali, oggi Mic ( Ministero della cultura), è stato scelto    questo giorno poiché è l’inizio del viaggio dantesco nella Divina Commedia nel 1300, nonostante i critici non siano tutti d’accordo. Alcuni, infatti, ritengono che il viaggio sia iniziato l’8 aprile dello stesso anno.

Illustrazione di S. Botticelli dell’Inferno dantesco. Wikipedia

A sostegno del 25 marzo, comunque, ci sono i versi dello stesso Dante che nella terzina 37-40 del I canto dell’Inferno, il Sommo Poeta specifica il momento in cui incontra la lonza, la prima delle tre fiere:

Temp’era dal principio del matino,

e ‘l sol montava ‘n su con quelle stelle

ch’eran con lui quando l’amor divino

mosse di prima quelle cose belle.

Il viaggio inizia durante l’equinozio di primavera: Il sole, secondo le parole di Dante, sta sorgendo nella costellazione di Ariete, indizio questo dell’arrivo della primavera. Per di più questa stagione è il momento in cui la natura si risveglia.

Perché leggere Dante oggi?
Opera di A. Del Castagno. Wikipedia.

Leggere Dante oggi, ci fa comprendere quanto i suoi versi siano contemporanei e le sue parole rispecchino la nostra vita; alla fine basti pensare, come ci erano di conforto i versi della Commedia durante le fasi acute della pandemia. Sui social, e non solo, leggevamo “[…] e quindi uscimmo a riveder le stelle”, ad esempio, e questo ci dava almeno un barlume di speranza. L’attualità del Sommo Poeta non è solo in casi eccezionali, ma è presente quotidianamente nelle nostre vite.

Vi siete mai chiesti perché diciamo “quisquilia” ( termine attestato prima dell’opera dantesca, ma è il Sommo Poeta ad attribuirgli il significato moderno nell’XXVI canto del Paradiso, vv. 76-77), o, ancora, l’espressione “Non mi tange”, oggi tanto cara ai giovani (usata da Beatrice nel canto II dell’Inferno, v. 92) e, infine, “Bel Paese”, quell’espressione ( usata nell’Inferno, canto XXXIII, v. 80)  che oggi si usa per riferirsi, a volte ironicamente, all’Italia.  Gli esempi sono innumerevoli e potrei andare avanti per molte pagine, ma decido di fermarmi qui.  Dante è il simbolo della cultura italiana nel mondo perché nessun altro come lui ha saputo raccontare l’animo umano.