Processi solo alle “streghe”? No, anche agli animali

L’Inquisizione, lo speciale tribunale ecclesiastico, si occupava di “scovare” eretici e, soprattutto, eretiche; persone che, magari, avevano la sola colpa di pensare diversamente o di vivere lontano dai normali e approvati schemi sociali. Queste, dunque, subivano un processo che frequentemente finiva con la carcerazione o, addirittura, con la morte del “reo”. Il verdetto spesso si fondava sulla presunta confessione dell’imputato che era ottenuta, però,  con la tortura e, dunque, non si potevano certo credere veritiere.

Il Malleus Maleficarum, il “manuale dell’inquisitore”. Wikipedia

A essere processati, però, non erano solo le persone, ma persino gli animali.  Sono molti, infatti, i verbali dei processi rivolti agli animali. Dagli insetti ai maiali e dai gatti ai cani, insomma poteva capitare che a finire sulla forca fossero proprio loro, colpevoli di aver rovinato un raccolto, di aver ucciso dei bambini oppure di aver rubato della frutta. Tra gli esempi più curiosi, che la storiografia ci ha tramandato, è  quello di un processo a uno sciame d’insetti.

Due processi agli insetti

Nel paese di Troyes (Francia), nel 1516, finirono sul banco degli imputati uno sciame di insetti, colpevoli di aver rovinato le vigne. Dopo aver ascoltato le due parti in causa, l’avvocato dell’accusa e quello della difesa, il giudice decise di dare una seconda possibilità a questi poveri insetti. Se questi, infatti, entro una settimana, avessero lasciato in pace le vigne, l’accusa sarebbe caduta. Purtroppo, non abbiamo documenti che ci informano di come sia andata a finire.

Questo processo non deve stupire, ne troviamo, infatti, un altro molto simile. A essere accusati, però, questa volta furono delle termini. Questi insetti avevano la colpa di aver scavato delle gallerie nei sotterranei di un convento. Il verdetto fu lo stesso degli insetti: se questi, entro un giorno, avessero lasciato il convento, il processo non sarebbe andato avanti. In questo caso, abbiamo però la cronaca finale che testimonia che le termini lasciarono il convento nei tempi previsti.

Un esempio italiano

I processi agli animali però non furono solo in Francia, ne troviamo traccia anche in Italia, sebbene in forma ridotta. A Castagneto Carducci, bellissimo borgo reso immortale dai versi di Giosuè Carducci, nel centro storico del paese troviamo “Piazzetta della Gogna”, chiamata così perché durante il Medioevo era lì che si teneva la pubblica gogna.

Piazzetta della Gogna, Castagneto Carducci. Foto di Giada Marzocchi

Abbiamo notizia che tra i condannati ci fu anche un maiale, colpevole di aver “rubato” della verdura da un carro in sosta. Ancora oggi, in questa piazzetta, è visibile il lastrone di pietra su cui poggiava lo strumento punitivo.

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