Le Empuse: le prime donne-vampiro nell’antichità greco-romana

Il vampiro è un essere, mostro, che si nutre del sangue degli esseri umani; presente fin dall’antichità, è oggi tra le creature più sfruttate nella letteratura, come i recenti romanzi fantasy dal successo mondiale. Il vampiro è dunque un archetipo letterario che incarna la figura del seduttore e del predatore che esercita una forte influenza sulle sue vittime, come nel classico horror di B. Stoker (1847-1912), Dracula.

La storia del vampiro, però, ha un’origine molto più antica di quella che pensiamo e che affonda le proprie radici nella mitologia greca e romana; infatti, troviamo una figura che assomiglia molto alla nostra concezione di vampiro “moderno” ed è quella di Empusa.

Sulla nascita delle Empuse, la mitologia non ha una versione univoca: secondo alcune interpretazioni, erano figlie di Ecate, invece, secondo altre, facevano parte delle sue ancelle. In entrambi i casi, si trovano legate a Ecate (Hectate in latino).

Ecate

Ecate era la Signora dell’oscurità e messaggera dei demoni e fantasmi degli Inferi. Si poneva, secondo la credenza greca- romana, agli incroci delle vie, dove si dedicava alle sue divinazioni; infatti, la sua statua è stata rivenuta nei pressi dei crocevia stradali. È raffigurata frequentemente con tre teste e tre corpi.

Le Empuse (in latino Empusae) sono una sorta di vampiro femminile dell’antichità, poiché si credeva che si nutrissero di carne umana, avevano il compito di spaventare i viaggiatori e i viandanti che avevano lo sfortunato incontro con questi mostri. Inoltre, avevano la capacità di cambiare aspetto e, dunque, riuscivano ad assumere tutte le forme possibili. Potevano, quindi, trasformarsi da “cagne”, ancora oggi sono chiamate anche così, a donne bellissime. In quest’ultimo caso riuscivano, con grande facilità, ad attrarre a sé i viandanti per poi ucciderli, succhiando loro il sangue.

Il primo a descriverle fu Aristofane, il noto commediografo greco, nell’opera Le Rane. Le incontra Dioniso con il suo schiavo mentre si sta recando verso gli Inferi. Gli si presentano in diverse forme, prima mucca, asino e cane e, infine, come donna.

Dioniso con il suo schiavo nella commedia “Le rane”

La loro figura non è sempre rappresentata allo stesso modo ed è soprattutto la parte inferiore del corpo a cambiare: in alcune versioni, essa ha una gamba di bronzo e una di sterco di asino. In altre, le gambe sono fatte di ferro e l’altra di sterco di mucca.

È forse il primo esempio nella storia della letteratura di vampiro-donna che, però, non resistette nel corso dei secoli; infatti, le donne vampiro nel Medioevo, ad esempio, furono poi incluse nel grande insieme delle streghe.