Sono ancora vive le leggende sulle Anguane del bosco del Cansiglio

Una delle profonde voragini naturali del Cansiglio
Giovani donne attraenti o streghe terrificanti
che escono da profonde voragini naturali

Sono ancora vive le leggende sulle Anguane del Cansiglio (agane nelle tradizioni friulane, carniche e ladine dolomitiche). Si ricordano di queste leggende soprattutto nelle regioni pedemontane e montane (Veronese, Vicentino, Carnia, Valli del Natisone, Val Gardena, Valle d’Ampezzo, Cadore). Vengono descritte frequentemente come giovani donne, spesso molto attraenti e in grado di sedurre gli uomini. Altre volte però appaiono invece come esseri per metà ragazze e per metà rettile o pesce, in grado di lanciare forti grida (in Veneto esisteva, fino a poco tempo fa, il detto “Sigàr come n’anguana”, (gridare come un’anguana). In altre storie sono delle anziane magre e spettrali, o figure notturne che si dileguano sempre prima che chi le incontra sia in grado di vederne il volto. Vestite, nelle leggende friulane, quasi sempre di bianco, altre tradizioni affermano che amassero, invece, i colori brillanti e accesi. Le leggende sulle anguane presentano caratteristiche e nature diverse a seconda delle varie località.

“La sirena” John William Waterhouse, (1900; olio su tela, 96,5 x 66,6 cm; Londra, Royal Academy of Arts)

La versione che si raccontava nelle zone dei boschi del Cansiglio è molto inquietante. Quella del “bus de la lume” (il buco della luce). Nel bosco del Cansiglio ci sono delle profonde voragini naturali. Durante le calde ed afose notti estive, dalla sommità della voragine uscivano delle fioche luci fosforescenti, i cosiddetti fuochi fatui dovuti alla decomposizione degli animali morti, durante la transumanza, gettati dai pastori. Si narra che in tempi lontani nella voragine erano precipitati molti bambini sfuggiti alla sorveglianza delle mamme. Per tener lontani i piccoli dal pericoloso luogo la fantasia popolare racconta che la voragine era la dimora di una tribù di streghe. Le streghe Anguane (da “acqua”, nel fondo della voragine scorre dell’acqua) con un aspetto terrificante. Per capelli avevano dei lunghissimi chiodi arrugginiti o serpenti. Ogni mattina, prima dell’alba, uscivano dalla voragine a raccogliere legna e cibo e se trovavano qualche bimbo solo, sperduto nel bosco o in vicinanza della voragine li rapirono e poi li cucinavano allo spiedo e li mangiavano. Da qui le luci che si vedevano uscire dalla voragini. Leggende, come tante, che si perdono nella notte dei tempi.