Conosciamo davvero i grandi della Storia o forse qualcosa ci sfugge? La passione agricola di Cavour

Tutti noi conosciamo i grandi personaggi della Storia e della letteratura, sappiamo le loro imprese, le loro idee, magari la loro vite e i loro amori; ma sappiamo davvero tutto di loro? O forse qualcosa ci rimane nascosto?

Molto di loro ebbero lati inediti che, ancora oggi per un motivo o l’altro, non sono molto approfonditi oppure che sembrano di minore importanza se si confrontano con le loro imprese politiche, letterarie e militari. Essi però completano la figura storica, dandoci una loro visione a 360ᵒ e, forse, ci fanno comprendere in modo più approfondito le loro attitudini e le loro personalità.

Se notassimo tali aspetti, scopriremo un Garibaldi animalista, un Carducci buongustaio, un Leopardi goloso oppure un Camillo Benso -Conte di Cavour-  imprenditore agricolo.

Camillo Benso conte di Cavour, patriota, politico italiano e fautore della nostra unità nazionale, è stato un precursore anche nel campo dell’agricoltura, a cui dedicò gran parte della sua vita in concomitanza con le sue imprese politiche.

Nato nel 1810, da Michele Benso e Adele de Sellon, era il secondogenito della prole. Il fratello Gustavo, a cui era destinata l’eredità paterna, fu anch’esso politico come Camillo. Essendo il secondo dei figli di Michele, gli fu destinata la carriera militare, non potendo ambire al titolo di marchese già destinato a Gustavo. Ben presto fu chiaro però alla famiglia che la sua vocazione non era certo questa. Infatti, la abbandonò nel giro di pochi anni (1831), complice anche la volontà del re Carlo Alberto, il quale voleva evitare idee libertine e il ribellismo nel proprio esercito. La scelta dette sollievo da entrambi le parti: Camillo si liberava dell’onere della carriera militare e dall’altra parte l’esercito evitava di avere al proprio interno personaggi dalle idee troppo originali che potevano causare una destabilizzazione dello stesso.

La tenuta di Grinzane
Ritratto di Cavour ventenne.

Il padre Michele, il quale amava moltissimo Camillo nonostante fosse il secondo dei suoi figli, gli propose di occuparsi della tenuta di Grinzane, nelle Langhe torinesi. Questa scelta fece la fortuna della tenuta di famiglia. Inoltre appena approdò in questo piccolo paese, composto all’epoca di appena trecentocinquanta abitanti, fu nominato sindaco (1832). La sua amministrazione fu di un’efficienza profonda. Costruì chiese, casa, liberò i boschi dai briganti e, nel frattempo, si dedicò ovviamente con passione alla tenuta di famiglia.

Acquistata dal padre Michele dalla cognata Vittoria de Sellon nel 1815, comprendeva oltre che l’enorme edificio e un immenso parco, anche 200 ettari coltivati a vigneti. In questo periodo, il futuro padre dell’unità d’Italia ebbe modo di dare sfogo alla sua grande passione, riuscendo a migliorare la fermentazione dell’uva e riuscendo a produrre un ottimo vino.

La tenuta di Leri

La sua occasione per dedicarsi a pieno alla sua passione rurale fu quando gli fu affidata un’altra tenuta di famiglia, quella di Leri e Montarucco (provincia di Vercelli, Piemonte). Si trattava, al contrario di quella di Grinzane, di una terra piatta, per la maggior parte coltivata a risaie. A Leri, Cavour mise in pratica quello che aveva imparato a Grinzane ed espresse la sua indole d’innovatore. Aprì nuovi canali, ideò un nuovo sistema di rotazione delle culture e nuovi aratri che risultarono, poi, essere più efficaci dei “classici”. Inoltre, per ottimizzare la lavorazione del riso che era lunga e difficoltosa, commissionò a un ingegnere di Milano (R. Colli) un nuovo trebbiatoio che migliorò la procedura. Il vero colpo di genio fu comprendere come il guano degli uccelli fosse un ottimo concime. Iniziò così a importare dalle Americhe, soprattutto Cile e Messico, gli escrementi di uccelli marini.

Non sempre le idee di Cavour andarono, però, a buon fine, come nel caso della coltivazione della barbabietola da zucchero. Egli iniziò questa coltivazione, ma non dette i risultati sperati. Nonostante il successo o meno delle sue idee, Cavour fu un precursore di molte tecniche agricole che dettero un profondo impulso alla coltivazione italiana. Oggi purtroppo la frazione di Leri versa in uno stato di abbandono.

Dall’altra parte conoscendo la passione sfrenata per questo campo, non ci stupisce la sua vena politica così appassionata. Dunque, conoscere i lati meno noti dei grandi personaggi, ci offre una chiave di lettura diversa, ma egualmente importante.