Fiuggi, “Sessanta anni della nostra storia”
Raccontati da Carlo D’Amico
Un racconto cronaca di sessanta anni di storia di Fiuggi, tre generazioni di Fiuggini che ne sono stati, nel bene e nel male, i protagonisti, un arco di tempo che si estende dalla seconda guerra mondiale alla fine del secolo ventesimo. Più di seicento pagine di vita vissuta in sede umana e politica oltre che economica e sociale nate dalla passione dell’autore di raccogliere e collezionare documenti, libri, fotografie e soprattutto giornali e dal suo amore e passione nutrita per Fiuggi.

Gli eventi, le situazioni, i personaggi sono così vivi da apparire quasi attuali, scrive nella presentazione Virginio Bonanni. Il tempo della guerra che portò lutti, sofferenze e fame è illuminato dalla generosità dei Fiuggini nei confronti dei profughi di guerra e di alcune famiglie di Ebrei che trovarono a Fiuggi un rifugio sicuro, La ricostruzione di un’economia di pace. Il passaggio da un turismo di elìte ad un turismo di massa. Le luci e le ombre dello sviluppo edilizio ed alberghiero fino ad arrivare a 300 aziende, piccole e grandi, di accoglienza del cliente termale e del turista.
Lo spostamento da Fiuggi città a Fiuggi Fonte del baricentro economico, abitativo e commerciale.

Tutto questo avveniva negli anni ‘50 e ‘60 fino ad arrivare agli anni ruggenti della storia fiuggina, ricostruiti fedelmente dalle amministrazioni democristiane a quelle di sinistra, alle liste civiche.
Le vicende travagliate dei contratti di gestione termale ed industriale delle acque, la scadenza nel 1960 del contratto con la Società Fiuggi di Adelmo Della Casa di fronte ad una città divisa tra oppositori e sostenitori di un rinnovo contrattuale. I rapporti difficili con l’Ente Fiuggi tra polemiche politiche e divisioni sociali fino al declino di Fiuggi negli anni ‘90.
Il libro, finito di stampare il 30 ottobre del 2004 e pubblicato Dalla Banca di Credito Cooperativo di Fiuggi mostra foto in bianco e nero e un inserto di foto a colori che ricordano i tempi d’oro della cittadina, quando organizzava Premi ospitando personaggi famosi.

Storico più che cronista perché dotato di spirito critico raramente inficiato da risentimento politico, Carlo D’Amico ha prodotto una descrizione storica ricca di umanità, priva di toni polemici, utile a protrarre il ricordo e la gratitudine verso quanti hanno lasciato qualcosa di buono in eredità.
“Conoscere il passato per costruire il futuro” è il sottotitolo del libro che può rappresentare un contributo alla crescita comportamentale – scrive Carlo nella premessa – dei futuri nostri operatori, siano essi culturale, economici o modesti tasselli della nostra società, pur sempre importanti per comportare un piacevole e armonico mosaico.

Carlo D’Amico non solo scrittore, giornalista, uomo politico ma soprattutto educatore, ricco di umanità.

Di Carlo D’Amico ho conosciuto l’educatore, iu maestro, prima di apprezzarne le doti di scrittore nei suoi numerosi libri pubblicati, molti dei quali ricevuti in dono personalmente da Carlo.
Era il 1° ottobre 2005, la seconda edizione della “Festa del Maestro ciociaro” organizzata dall’Associazione Inars Ciociaria, di cui ero presidente a riconoscimento dell’opera svolta in queste zone dai maestri ciociari, prima come maestri in servizio che nell’azione didattico – educativa hanno sempre tenuto come punto di riferimento il rispetto della persona, l’educazione a tale rispetto da parte di ognuno, grande o piccolo che fosse, al di sopra di ogni discriminazione sociale, culturale, etnica, religiosa, poi come maestri in pensione che spesso hanno svolto un’azione di valorizzazione della memoria storica del territorio promuovendo iniziative e pubblicando pregevoli opere di storia e tradizioni locali.
In quell’occasione che vedeva la consegna di 19 Diplomi di Merito a 19 maestri della Provincia come “poli culturali d’eccellenza” tra cui il maestro Carlo D’Amico di Fiuggi, mi resi conto della sua grande umanità nel discorso che tenne ai maestri presenti e ai piccoli alunni della Scuola Elementare di Filettino, invitati alla Festa. Quando questi ultimi tributarono un omaggio poetico e canterino al Sig. Maestro e i maestri ormai in pensione raccontarono toccanti ricordi della loro storia nella scuola elementare non mancarono momenti di allegra commozione tra affettuosa riconoscenza degli uni e occhi lucidi degli altri.

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