Quando americani e tedeschi combatterono fianco a fianco durante la Seconda Guerra Mondiale

Seconda Guerra Mondiale. Tutti sanno che con l’Armistizio di Cassibile, l’Italia passò ufficialmente da alleata della Germania Nazista a nazione sconfitta ed alleata per la Liberazione. In Germania invece si combattè fino all’ultimo, anche dopo la morte di Hitler.

Ma non tutti sanno che negli ultimi giorni della guerra, uno sparuto gruppo di tedeschi combattè affianco ai soldati americani. Questa è la storia della Battaglia peril  castello di Itter.

Il castello di Itter, che si trova in Austria, era stato adibito a prigione dai nazisti. Il piccolo edificio sorge su una collina poco distante dal villaggio austriaco. L’atipica battaglia si svolse 5 giorni dopo la morte di Hitler avvenuta il 30 aprile. Lo scopo era quello di liberare alcuni prigionieri francesi che vi erano detenuti.

Tra i prigionieri di spicco figuravano la stella del tennis Jean Borotra, il Primo Ministro Edouard Daladier, Marie-Agnès Cailliau sorella maggiore del generale Charles De Gaulle. Inoltre l’ex Primo Ministro Paul Reynaud, Gli ex comandanti in capo Maxime Weygand e Maurice Gamelin. Il leader dell’Ala Destra Francois de La Roque, il sindacalista Lèon Johaux e diversi prigionieri dall’Europa Orientale utilizzati per i lavori più umili.

La prigione era nata per ospitare principalmente i prigionieri più cari al Terzo Reich. Dopo l’annessione dell’Austria a seguito dell’invasione tedesca, il castello venne confiscato alla fine del 1940. Il proprietario era Franz Grüner. Ad operare il sequestro dell’immobile per uso di prigione fu il tenente generale delle SS Oswald Pohl per ordine diretto di Heinrich Himmler. Già dal 25 aprile dello stesso anno la struttura era stata trasformata in carcere, sotto l’amministrazione del campo di concentramento di Dachau.

La missione di salvataggio

Il 4 maggio 1945, dopo il suicidio dell’ultimo comandante di Dachau, il comandante della prigione, Sebastian Wimmer si diede alla fuga. La diserzione venne quindi contestualmente imitata dalle guardie della SS-Totenkopfverbände, risparmiando i prigionieri. Quest’ultimi si impossessarono delle armi che trovarono e presero il controllo del castello in attesa dei soccorsi.

Tuttavia due giorni prima della diserzione di Wimmer, un partigiano jugoslavo di nome Zvonimir Čučković era riuscito ad evadere. Durante la fuga si era imbattuto nella 103ª Divisione di fanteria statunitense di stanza nei pressi di Innsbruck. Il fuggitivo informò gli Alleati della presenza dei prigionieri.

Mentre si pianificava di raggiungere il castello, il maggiore Josef Gangl, comandante di una unità della Wehrmacht si arrese agli statunitensi, dopo aver aiutato dei membri della resistenza austriaca. Gangl venuto a conoscenza della situazione pensò di riscattarsi offrendosi di aiutare gli americani nella missione di salvataggio.

Un’insolita alleanza

Il tenente John C. “Jack” Lee Jr comandante di un distaccamento del 23° battaglione corazzato, della 12ª Divisione Corazzata degli Stati Uniti, accettò l’aiuto conscio del fatto che i tedeschi sicuramente conoscevano meglio il territorio. Lee  avrebbe comandato l’operazione coadiuvando tredici dei suoi uomini e dieci tedeschi. Inoltre sarebbero stati usati due carri Sherman seguiti da un camion con gli uomini di Gangl a bordo.

Durante il tragitto la colonna venne attaccata da una truppa di SS, che però venne sconfitta. Lee decise di lasciare uno dei carri a presidio di un ponte. Una volta giunti al castello incontrarono i francesi, entusiasti e al contempo delusi per l’esiguità delle forze in campo. Lee essendo consapevole che da lì a breve la zona si sarebbe riempita di soldati nemici approntò le difese.

Gli uomini vennero fatti posizionare strategicamente nei pressi del castello, mentre lo Sherman chiamato “Besotten Jenny”, venne piazzato davanti all’ingresso principale.

Un membro della resistenza austriaca ed altri due soldati tedeschi raggiunsero il castello a seguito di una telefonata da parte di Gangl al capo della resistenza di Itter, Alois Mayr.

La battaglia

La mattina del 5 maggio un piccolo gruppo di Waffen-SS come previsto attaccò il castello. Il carro Sherman rispose all’attacco con la mitragliatrice, ma venne sopraffatto e distrutto. Al castello infatti, conversero tra i 150 e i 200 soldati nazisti, supportati da tre cannoni contraerei.

La battaglia vide 36 difensori contro un numero nettamente superiore di assedianti.

Lee a questo punto temendo per la vita dei francesi ordinò loro di entrare al sicuro nel castello, ma questi rifiutarono, rimanendo a combattere a fianco di tedeschi e americani. Durante lo scontro il maggiore Gangl trovò la morte, colpito da un cecchino. Alle 16 della stessa giornata giunsero i rinforzi del 142° Reggimento Fanteria che sconfissero definitivamente le SS.

Alla fine dello scontro con Gangl erano morti in tutto 5 dei difensori e un numero imprecisato di soldati nemici.

Eventi successivi

Il tenente Lee a seguito del suo impegno nella difesa del castello e dei suoi prigionieri venne promosso capitano e decorato con la Distinguished Service Cross. Il maggiore Gangl, viene oggi ricordato come Eroe Nazionale austriaco.

La battaglia pur essendo stata una piccola schermaglia, assume in ambito storico una grandissima importanza, per il fatto che vide per la prima e unica volta dall’inizio del conflitto, combattere tedeschi e americani da alleati.