Le terme di Bagno in Anagni

Ho avuto difficoltà, questa volta, nel trovare il titolo a questo articolo perché, in realtà, non troverete in nessuna guida nè articolo recente questa indicazione. Tranne in alcuni brevi cenni, in antichi libri che citerò.

L’analisi dell’archeologo Guglielmo Viti

Anzi, per meglio dire, un edificio esiste, un vasto emiciclo, che viene chiamato da sempre Bagno. Molto conosciuto in Anagni, perché in tempi recenti ha assolto a diverse funzioni: da conceria a macello ed in passato “una sorgente di acqua minerale di cui servonsi i popolani per abbeverare il bestiame. Per ismorzar calce, e per bagnarsi nella state, essendovi all’intorno una specie di sedile, ed una scala di notabile altezza”(G.Marocco).

Proprio questo suo antico uso viene anche evidenziato in una pianta settecentesca del Catasto Gregoriano, tratta dalla rivista Opera Hypogea da cui trarremo varie immagini in questo articolo, con il colore blu segno evidente della sua destinazione.

Le terme anagnine

Nella descrizione che Giuseppe Marocco riporta nel suo “Monumenti dello Stato Pontificio”viene descritta una specie di grande cisterna. Oppure come la definisce la Candidi Dionigi una “gran tazza”in cui si discende tramite una imponente scale.

Tutt’ora in parte visibile, porta ad un lungo gradone che seguiva il perimetro della vasca, fungendo da sedile, su cui si sedevano per le abluzioni i visitatori godendo dell’acqua salubre. Acqua tenuta in gran  pregio dagli abitanti”(Candidi Dionigi). Quindi in questa grande vasca c’era costante presenza d’acqua salubre e curativa. A conferma di questo riporto le testimonianze settecentesche : “Ė falso asserire che l’acque di Bagno abbiano mai avuto un cattivo odore o abbiano causato nocumento ai cittadini. Anzi esse hanno effetti mirabili di guarigione degli infermi dopo che essi le hanno bevute”. Segue la dichiarazione di un medico :”Mi è stato chiesto di valutare la salubrità dell’acqua che arriva a Bagno. Giudico l’acqua in questione di saluberrima indole e priva di odore o gusto spiacevole. Inoltre le persone che abitano vicino e usano spesso queste acque testimoniano la loro utilità nel guarire le infermità con effetti meravigliosi”.

Ed ancora i cittadini:”Le persone che abitano  intorno al Bagno  e ne usano le acque stanno bene in salute e muoiono più tardi degli altri, anche alla decrepita età di 90 anni “(stiamo nel 700!).

In tempi recenti

Gli speleologi dl gruppo Hypogea, durante un’approfondito studio dell’Anagni sotterranea, di tutti i suoi numerosissimi cunicoli, cisterne etc. Hanno rilevato e fotografato il tunnel di adduzione dell’acqua, che pubblico,ed hanno evidenziato come fosse un’opera romana di notevole pregio tecnico.

Quindi stiamo parlando di un vero e proprio luogo di cura con le acque, un vero e proprio complesso termale. Ma c’è di più. Accanto a Bagno, lungo la via nominata appunto via Bagno esiste un complesso monumentale veramente eccezionale:

Le cosiddette, Sostruzioni Sillane.

Questo complesso è formato da una serie di grandi archi agganciati al muro retrostante, eseguiti con grandi blocchi di tufo ben squadrati e disposti con precisione oltre ad una parte in Opus Reticolatum. Questi grandi archi si fanno risalire al I sec. a.c. all’epoca di Silla. Si ritiene servissero a sostenere un podio su cui sorgeva un maestoso tempio. Forse dedicato a Saturno, oggi sostituito dalla chiesa di  San Giovanni de Duce.

Una sostruzione tipo quella che sorregge il tempio di Giove Anxur a Terracina. Ma questo monumento, assolse anche ad un’altra funzione, poco conosciuta e mai citata: quella di acquedotto.

Già il Marocco nell’opera citata nel 1835  scriveva: ”Tutti questi avanzi ( le Sostruzioni Sillane) danno argomento della esistenza di magnifico palagio, e di terme annesse, tanto più  che a corta distanza diversi ruderi di bagnarole, di tubi di terra cotta …”.

Anche la Candidi Dionigi racconta che: “Riguardo agli archi medesimi, s’innalzano questi nella contrada detta del bagno, e ad essi è contiguo un muro di opera reticolata, nel quale si veggono molte bocche di condotti di terra cotta…”.

Ma dove portavano questi tubi ? Cosa alimentavano?

Abbiamo detto che Bagno era alimentata da un cunicolo ed allora, dove portavano l’acqua?

La risposta arriva nel 1901, dall’ing.R.Colacicchi che in uno studio descrive lo straordinario ritrovamento archeologico appena fatto in un terreno adiacente sia a Bagno sia alle Sostruzioni Sillane, nell’orto di F.Ciprani, di un edificio termale.

Nella descrizione che abbiamo viene anche descritto come “nel muro reticolato vi sono vari cunicoli  in terra cotta, conduttori d’acqua alle sottostanti terme”.

Così la storia si fa affascinante: un grande complesso termale formato dal grandioso apparato delle Sostruzioni Sillane, da edifici tutti da scoprire nel terreno adiacente e dal vascone di Bagno. Oltre, forse, ad una monumentale porta di accesso dalle mura, etc.

Immaginate che colpo d’occhio! Acque dall’incredibile valore curativo di cui oggi si sono perse le tracce a causa della costruzione di edifici in epoca moderna che hanno deviato il loro percorso, forse per sempre o forse no.

Non escludo che queste siano le famose terme la cui costruzione venne attribuita al valoroso generale romano, anagnino, Fabio Valente, così come ricordato in una iscrizione conservata nel lapidario della Cattedrale.

Anagni sembra così apparire come un’importante centro termale nel passato. Ricordo anche le maestose terme di Piscina con i fantastici “Arcazzi”. Non solo una cittadella, piccola invero, ma ricca di templi, santuari, biblioteche con una innumerevole quantità di libri sacri, come la definisce Marco Aurelio, ma, oltre ad un luogo di cura per lo spirito anche un luogo di cura per il corpo. Anagni, come la definisce Strabone:  Anagnia Insignis o, anche per dirla con Giuseppe Marocco: “lo splendore della chiarissima città di Anagni, e chi non la debba venerare, e distinguere per una delle più illustri non solo del Lazio, ma dell’Italia?”.        

 

Guglielmo Viti  , archeologo