Roiate splendida tappa

Sul cammino di S. Benedetto

Trecento chilometri da Norcia alle propaggini dei Monti Sibillini, a Subiaco, nell’alta valle dell’Aniene, fino a Cassino, nella valle del Liri, attraversando i luoghi piú significativi della vita di san Benedetto da Norcia. 16 tappe attraverso sentieri, carrarecce, e strade a basso traffico, percorrendo valli e monti di Umbria e Lazio. Non soltanto un viaggio nel mondo benedettino, ma anche un pellegrinaggio sui luoghi di santi a volte popolarissimi, come Rita da Cascia, Francesco d’Assisi, Tommaso d’Aquino; oppure meno noti, come Giuseppe da Leonessa o Agostina Pietrantoni. Un pellegrinaggio salutare per lo spirito e il corpo, tra fede e natura.

Simone Frignani

“Ogni tappa sarà una scoperta. Con la lentezza permessa dal viaggiare a piedi o in bicicletta, scopriremo il cuore di un’Italia bellissima e sconosciuta. Se poi il Cammino vi arricchirà anche spiritualmente, riterrò ben spesi i miei sforzi! Buon Cammino!” E’ questo l’augurio di Simone Frignani, ideatore e creatore del cammino, che è entrato nell’atlante ufficiale del Mibact e che viene percorso da persone di tutto il mondo.

“Durante il 2019 – dice lo stesso Frignani – si è consolidato il trend positivo dell’anno precedente con circa 8.000 passaggi tra Norcia e Montecassino, con una presenza di stranieri prossima al 20% provenienti prevalentemente dai paesi di lingua tedesca, seguiti da olandesi e belgi, nordamericami, australiani e brasiliani. Tra gli italiani, il 70% vive nelle regioni del Nord, il 25% al Centro, il 15% al Sud. Il tracciato è migliorato nel corso degli anni grazie all’impegno dei volontari dell’associazione Amici del Cammino di San Benedetto, che hanno riaperto sentieri e ridotto i chilometri su asfalto ovunque possibile”.

Amici del Cammino di S. Benedetto

A piedi con Benedetto

Tra l’11 e il 13 novembre 2016, il Cammino di San Benedetto, si è arricchito grazie all’inaugurazione di una nuovo tratto battezzato “A piedi con Benedetto”. Questo include 4 ulteriori tappe che, partendo da Piazza di Sa Lorenzo in Piscinula a Roma, raggiungono Affile, paese adagiato su un versante dei monti Affilani.

La ripolitura, tabellatura e apertura del nuovo tratto sono state realizzate da Federtrek. Escursionismo e Ambiente, una federazione che, attraverso l’attività di associazioni dislocate su tutto il territorio nazionale, promuove il territorio attraverso l’escursionismo.

Grazie soprattutto all’ideazione e coordinamento di Pietro Pieralice, presidente del Sentiero Verde, e al lavoro in prima linea dei partecipanti al corso per accompagnatori Escursionistici Volontari (AEV), il progetto ha consentito non solo di raccordare il cammino di San Benedetto con la via Francigena del Sud, ma anche di includere nel cammino paesi lasciati ai margini del percorso ufficiale, nonostante le diverse tracce, più o meno dirette, della presenza di San Benedetto in quei luoghi.

Pietro Pieralice

San Benedetto a Roiate

Una breve tappa di 6 km ha così incluso i paesi di Roiate e Affile. Il primo, col suo centro storico arroccato su un colle di tufo, reca le tracce del passaggio del Santo nella sua Chiesa omonima.

Nella celebre Chiesa di San Benedetto oggi è ancora custodito un masso che riporta l’Impronta del corpo del Santo, lunga cm 170, larga 45 e profonda 40, ove su esso si adagiò durante il periodo di peste a Subiaco. La storia racconta che San Benedetto, giunto a Roiate, stanco per il lungo viaggio e per il caldo afoso, domandò di entrare in paese per riposarsi, prima di attraversare la montagna per scendere a Subiaco. Gli abitanti, timorosi per la peste, che in quei giorni devastava i dintorni mietendo vittime, gli proibirono di entrare.

Impronta del corpo di S. Benedetto

Il Santo allora andò a riposarsi fuori dal paese, all’ombra di un albero, distendendosi su un masso di durissima pietra. Quella pietra tanto cedette al suo peso, da ricevere in modo evidente l’impronta di tutto il corpo del Santo e perfino le pieghe delle vesti, come se le avesse incise la mano di uno scultore.

Da quella pietra, dove San Benedetto lasciò impresso il suo corpo, scorrono stille di sudore che viene raccolto in ampolle e con esso si è soliti ungere gli occhi dei malati e qualunque altra ferita, invocando l’aiuto di San Benedetto. Nel 1884 un chimico francese fece esaminare il liquido, che risultò essere sudore umano. L’ultima delle cosiddette “sudorazioni” è avvenuta nel 1980, e in quell’occasione ci fu il terremoto dell’Irpinia. Testimone oculare Don Stanislao Andreotti, allora vescovo di Subiaco.

Roiate, Chiesa di S. Benedetto

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