L’eremo di San Michele a Serrone
Per raggiungere questo piccolo meraviglioso eremo, è necessario percorrere un sentiero nel bosco, immerso nelle faggete, le stesse che percorse San Benedetto da Norcia, quando giunse a Serrone, ritirandosi da Subiaco verso Montecassino, dove avrebbe fondato diverse chiese lungo il percorso.
L’eremo è addossato alla roccia viva, le sue pareti sono inglobate ad essa, ad un’altitudine di 1100 mt, offrendo una panoramica mozzafiato sulla valle sottostante, la stessa che vide il santo, quando decise di costruire questa chiesa, per avvicinare l’umanità a Dio, edificando il più in alto possibile.
Nella roccia è visibile, quella che alcuni identificano come la mano di San Benedetto, che appoggiatosi alla parete lasciò la sua impronta come per miracolo, la fondazione è attribuita prima del 600 d.C. e la chiesa restò nella giurisdizione dei monaci benedettini fino al X° secolo.
Secondo la leggenda, il monaco santo, giunse a Serrone inseguendo il volo di un corvo, fuggendo da Subiaco dopo un tentativo di avvelenamento andato a vuoto, fermatosi per le cure dei suoi seguaci, decise di ringraziare la popolazione della cittadina, offrendo loro un luogo di preghiera, che sarebbe sorto al di fuori delle mura, a causa forse della presenza degli Ostrogoti che dominavano quei territori.
La chiesa subì una importante ristrutturazione nel 1758, che ne stravolse sicuramente la forma originaria; attualmente è chiusa al pubblico, ma è visitabile su richiesta, l’interno è spoglio, ma vi c’è una splendida statua di San Michele Arcangelo e proprio l’amenità del luogo, offre spunto riflessivo e meditativo, per chi cerca un luogo di preghiera isolato dal caos cittadino.
Un luogo mistico, che evoca tempi antichi e che da oltre 1500 anni, veglia sul paese di Serrone, proteggendolo con la mano santa di Benedetto dalle avversità.