Piglio: il paese dai due castelli
Non tutti sanno che a Piglio c’è un castello. La sua peculiarità consiste nell’articolarsi in due strutture visibilmente distinte, ma che insieme rappresentano un complesso architettonico, militare ed urbanistico unico nel suo genere.
Due castelli in uno: il Castello Alto e il Castello Basso
I due edifici appartengono ad epoche differenti. Il Castrum Pileum, che appare per la prima volta come possesso della Diocesi di Anagni sulla Bolla papale di Urbano II datata al 1088, si identifica con il cosiddetto Castello Alto (Superiore o Massitium), la cui costruzione si presume essere antecedente l’anno Mille. La fortezza si staglia sulla sommità della collina, fungendo da torre di vedetta, da cui era possibile intercettare potenziali incursioni nemiche; difendere i confini del feudo; controllare la viabilità sulla vallata circostante, nodo cruciale dei commerci tra la Valle del Sacco e l’Alta Valle dell’Aniene. Il Castello Alto presenta un torrione di base triangolare, a sperone verso la montagna, affiancato da un palazzo suddiviso a sua volta in due piani collegati da una scala in pietra. Sulla parete esterna dell’edificio sono ancora visibili, da Via Castello, i contrafforti, le finestre a bocca di lupo e le raffinate bifore. La terrazza esterna, da cui si gode un incantevole panorama, costituiva il piazzale d’armi. E’ ricoperta da manto erboso e nasconde una cisterna, da cui dipendeva il rifornimento idrico del castello. Questa ala della roccaforte costituisce il fulcro dell’intero conglomerato. Esso corrisponde alla Rocca, ovvero la parte maggiormente fortificata, attorno alla quale si sarebbe sviluppato l’intero borgo. Attorno al XIII secolo la nobile famiglia dei De Pileo si stanzia come feudatario di Castrum Pileum. Le persone che lavorano a loro servizio e sotto la loro protezione edificano piccole dimore e una rete viaria proprio attorno alla Rocca, dando vita ad un microcosmo sociale, militare ed economico pressappoco autosufficiente. E dal Palazzo Superiore il feudatario avrà sperimentato le nuove armi, esercitandosi al loro uso; amministrato la giustizia; discusso le più svariate questioni di pace e di guerra, intrattenendo i suoi ospiti; sarà rientrato da una battuta di caccia o da una spensierata cavalcata, con al seguito la sua fedele Corte. Se il Castello Alto, grazie alla posizione strategica in cui venne edificato, ha una chiara connotazione difensiva, il Castello Basso (Inferiore o Castellutium) costituisce la dimora residenziale del castellano. Viene menzionato nei documenti soltanto a partire dal 1365, pertanto la costruzione si può far risalire all’epoca in cui i Signori di Piglio sono gli esponenti della famiglia De Antiochia, il cui capostipite, Federico De Antiochia, è uno dei figli dell’imperatore Federico II di Svevia. Tuttavia, poiché nelle Decime di Riscossione del 1328 si fa cenno ad una Ecclesia S. Petri de Castello Vetulo de Pileo, si presume che l’edificazione della porzione più antica del Castello Inferiore sia stata in realtà avviata già dai De Pileo a protezione del principale accesso al borgo, l’Arco di Via Maggiore e che i De Antiochia ne abbiano successivamente ampliato la struttura. Della chiesa di San Pietro in Vetulo attualmente non rimane alcuna traccia; tantomeno l’edificio è accessibile, in quanto di proprietà privata. Eppure, malgrado i rimaneggiamenti subiti nel corso degli anni per poterne ricavare degli appartamenti, esso conserva il suo aspetto originale. Affascinanti sono gli archetti pensili ciechi che si stagliano in fila lungo il perimetro dell’edificio e la trifora tardoromanica, vero fiore all’occhiello del paese, divisa da colonnine tortili, chiaramente visibili dalla piazza adiacente. Gli ambienti interni conservano intatte, nei piani inferiori, le antiche cantine e le cisterne, caratterizzate da volte a crociera. Nei piani superiori interessanti sono le Camere Pinte, ovvero sale decorate da magnifici affreschi. I ritocchi più recenti risalgono all’Ottocento, quando il castello risulta possesso della famiglia Colonna, nelle cui mani era passato già a partire dal XV secolo. Dal Palazzo Inferiore del Castello le nobildonne avranno dedicato il loro tempo al ricamo o alla lettura, affiancate dalle rispettive dame di compagnia, in attesa del rientro dei loro uomini d’armi.
L’assenza di mura difensive: il tratto distintivo del Castello di Piglio
A rendere ulteriormente unico il conglomerato architettonico pigliese è l’assenza di una muraglia perimetrale, in quanto erano le case stesse, dalla parete liscia e scivolosa, costruite sul dirupo della collina, a fungere da cinta muraria, a difesa e protezione del paese, rendendolo del tutto inespugnabile. Visitare il Castello equivale quasi a rivedere quei guerrieri, i feudatari, le dame di corte, i baroni e i cavalieri, che qui avranno visto i loro microscopici destini intrecciarsi, scontrarsi, attrarsi e respingersi. Si saranno consumate le più imprevedibili vicissitudini umane, plasmando, nel loro piccolo, il misterioso corso della Storia universale.