Carlo Pisacane, rivoluzionario e patriota

Carlo Pisacane, duca di San Giovanni, è una figura di spicco nel panorama delle lotte per l’unità e la libertà in Italia. Nato a Napoli il 22 agosto 1818, la sua vita fu segnata da un fervente impegno rivoluzionario, animato da ideali socialisti e libertari. Pisacane è ricordato principalmente per il suo tentativo di sollevazione nel Regno delle Due Sicilie, che culminò in una tragica sconfitta e lo consacrò come martire della causa patriottica e sociale. La sua figura è complessa e sfaccettata, caratterizzata da un radicalismo ideologico che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del Risorgimento italiano.

Formazione

Pisacane nacque in una famiglia aristocratica decaduta. Suo padre, Gennaro Pisacane di San Giovanni, era un duca di una nobile casata, mentre la madre, Nicoletta Basile De Luna, proveniva da una famiglia di rilievo. Carlo ricevette un’educazione rigorosa sin dall’infanzia: a dodici anni entrò nella Scuola militare di San Giovanni a Carbonara e successivamente passò al Collegio militare della Nunziatella. Nonostante l’educazione militare, la sua carriera non fu tradizionale. Divenuto alfiere del 5º Reggimento Fanteria di Linea “Borbone”, nel 1839, la carriera militare gli stava stretta e i suoi ideali rivoluzionari cominciarono a manifestarsi con sempre maggiore forza.

Prime esperienze

Pisacane mostrò un carattere ribelle e anticonformista già in giovane età. Dopo essere stato condannato per adulterio, fu trasferito nella fortezza di Civitella del Tronto, esperienza che influenzò profondamente il suo pensiero politico. Disilluso dal conformismo borbonico e dalla vita aristocratica, si ritirò e iniziò una relazione con Enrichetta Di Lorenzo, moglie del cugino Dionisio Lazzari. Questa scelta lo portò a fuggire con lei a Marsiglia e poi a Londra, dove entrò in contatto con molti esuli politici e intellettuali, tra cui Giuseppe Mazzini, Victor Hugo e George Sand.

Olga di Kiev una principessa divenuta Santa

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Socialismo Utopistico

Durante il soggiorno a Londra, Pisacane approfondì la sua ideologia socialista libertaria, influenzato dalle teorie di Proudhon e Fourier. In particolare, abbracciò il socialismo utopistico, proponendo una visione radicale della società basata sulla libertà e sull’associazione. Pisacane criticava l’approccio mazziniano alla rivoluzione, sostenendo che la vera liberazione dovesse derivare dalla questione sociale e agraria, e non solo da quella nazionale. La sua ideologia enfatizzava l’importanza della riforma agraria e della liberazione delle masse contadine.

Attivismo

Pisacane si distinse come teorico della “propaganda del fatto”, una forma di attivismo che sosteneva che l’azione diretta e il sacrificio personale potessero scatenare una rivoluzione. Questo approccio radicale si manifestò chiaramente nel suo tentativo di sollevazione nel Regno delle Due Sicilie. Trasferitosi a Torino e poi a Genova, lavorò anche come insegnante e tecnico ferroviario, continuando a preparare la sua spedizione rivoluzionaria.

Sapri

Nel giugno del 1857, Pisacane lanciò una spedizione con l’intento di sollevare il Sud Italia contro il regime borbonico. La spedizione, partita dal porto di Genova, prevedeva lo sbarco a Ponza per liberare detenuti politici e poi a Sapri, per avviare una rivolta. L’operazione, però, fu segnata da difficoltà logistiche e mancanza di supporto popolare. I ribelli, tra cui Pisacane stesso, si trovarono isolati e senza le risorse necessarie per proseguire. Dopo aver subito pesanti perdite e affrontato l’ostilità della popolazione locale, Pisacane e i suoi uomini furono infine sopraffatti e massacrati a Sanza il 2 luglio 1857.

Eredità

Carlo Pisacane rappresenta una figura emblematica del Risorgimento italiano, non solo per il suo eroismo ma anche per la sua visione radicale della rivoluzione. La sua vita e le sue idee hanno ispirato e influenzato il pensiero socialista e anarchico, facendo di lui un precursore dell’anarchismo e un martire della causa rivoluzionaria. Sebbene l’impresa a Sapri sia fallita, il suo contributo alla lotta per l’unità e la giustizia sociale rimane significativo e rappresenta un capitolo importante nella storia del movimento rivoluzionario italiano.

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