Olga di Kiev una principessa divenuta Santa
Olga di Kiev, conosciuta in norreno come Helga e battezzata con il nome di Elena, nacque intorno nell’anno 890 a Pskov, nell’attuale Russia. Appartenente all’aristocrazia variaga, Olga fu la moglie del principe Igor’, figlio di Rjurik, il leggendario fondatore della dinastia Rjurikide. La sua figura è venerata come santa sia dalla Chiesa ortodossa sia dalla Chiesa cattolica, grazie alla sua conversione al cristianesimo e alle opere che compì durante il suo regno.
La reggenza
Dopo l’assassinio del marito nel 945, avvenuto durante la riscossione dei tributi dai Drevljani, una tribù slava, Olga si trovò a regnare come reggente per il figlio Svjatoslav, che all’epoca aveva solo tre anni. La sua gestione del potere fu immediatamente segnata da una straordinaria ferocia, riflessa nel suo desiderio di vendicarsi dei Drevljani per l’uccisione di Igor’.
Quando i Drevljani proposero a Olga di sposare il loro principe Mal per consolidare il loro controllo su Kiev, Olga orchestrò una serie di ingegnosi piani di vendetta. Prima ordinò l’uccisione dei venti ambasciatori inviati dai Drevljani, facendoli seppellire vivi. Successivamente, invitò i “saggi” della tribù a Kiev, dove li fece bruciare vivi in una sala da bagno. Infine, invitò i restanti capi Drevljani a un banchetto per commemorare il marito defunto: dopo averli fatti ubriacare, ordinò ai suoi soldati di ucciderli tutti.
Nonostante questa serie di brutali esecuzioni, Olga non si fermò qui. Quando i Drevljani inviarono a Olga un tributo, cercando di ottenere la pace, ella richiese tre piccioni e tre passeri da ogni casa. A ciascuno di questi uccelli legò un pezzo di zolfo, e li lasciò liberi di tornare ai loro nidi nelle case drevljane. Questo atto incendiario distrusse l’intera città, poiché le fiamme si propagarono rapidamente, lasciando i Drevljani senza difese. Alcuni furono uccisi, altri catturati come schiavi, segnando la fine della popolazione.
La conversione
Dopo questi episodi di cruda violenza, la vita di Olga prese una direzione radicalmente diversa. Intorno al 957, intraprese un viaggio a Costantinopoli, dove chiese di essere battezzata e convertita al cristianesimo. Il patriarca Polieucte officiò il sacramento, mentre l’imperatore bizantino Costantino VII Porfirogenito fece da padrino. Al battesimo, Olga assunse il nome di Elena.
Il contratto tra i napoletani e San Gennaro
Sebbene Olga non si fosse recata a Costantinopoli con l’intenzione di convertirsi, il cristianesimo diventò presto una parte centrale della sua vita e del suo regno. Tornata a Kiev, cercò di diffondere la fede cristiana nella Rus’, distruggendo gli altari pagani e promuovendo opere di carità, specialmente verso i poveri. Non riuscì, tuttavia, a convertire l’intera popolazione: il figlio Svjatoslav, i boiari e l’aristocrazia rimasero pagani. Nonostante questo, Olga rimase una delle prime figure cristiane nella Rus’, un seme che avrebbe dato frutto con la conversione del nipote Vladimir il Grande nel 988.
La politica
Oltre alla sua influenza religiosa, Olga fu una sovrana abile e attenta alle questioni politiche. Viaggiò molto per amministrare il suo regno e per stringere alleanze strategiche, soprattutto con l’Impero bizantino. Durante il suo viaggio a Costantinopoli nel 957, non solo ricevette il battesimo, ma cercò anche di negoziare un’alleanza contro le popolazioni della steppa, come i Bulgari e i Cazari. Nonostante questi sforzi, la sua missione diplomatica non ebbe successo immediato.
Nel 959 inviò un’ambasciata all’imperatore germanico Ottone I, chiedendo di inviare missionari cristiani per evangelizzare la Rus’. Questo portò all’arrivo del monaco Adalberto di Magdeburgo nel 961, ma la resistenza pagana a Kiev lo costrinse a tornare in patria dopo solo un anno.
Il culto
La venerazione di Olga come santa iniziò sotto il regno del nipote Vladimir, che nel 996 fece traslare il corpo della nonna nella Chiesa delle Decime, una delle prime chiese in pietra della Rus’, da lui dedicata alla Madre di Dio. Secondo le cronache, il corpo di Olga era rimasto integro e incorrotto, un segno considerato un importante requisito per la canonizzazione. Questo miracolo rafforzò la sua immagine di sovrana santa e martire, promuovendo la sua figura nei secoli successivi.
Oggi è venerata sia dalle Chiese ortodosse sia dalla Chiesa cattolica e la sua festa viene celebrata l’11 luglio.