La chiesa di santa Lucia all’Arrèo a Vicovaro. Le ricerche del Prof. Alberto Crielesi.

Su Prometeo Magazine di Aprile 2023 abbiamo accennato alle diverse chiese scomparse di Vicovaro delle quali il più delle volte rimangono solo fonti di archivio. Tra queste la chiesa di santa Lucia è stato oggetto di ricerca da parte del Prof. Alberto Crielesi all’interno della sua pubblicazione, edita lo scorso aprile, dal titolo “La Cappella dell’Avvocata Nostra e la Vicovaro sacra: culto, arte e storia nei secoli”.

Il piccolo edificio a pianta rettangolare sorgeva a piazza dell’Arréo o Arèo in prossimità del prolungamento medievale delle mura poligonali di epoca romana, le quali fungevano da sostruzione alla chiesa.

Foto dell’autrice

Al di sotto del piano di calpestio era presente una cripta utilizzata come luogo di sepoltura e in un secondo momento come forno.

La chiesa nel Medioevo

La data di costruzione è incerta ma si può sicuramente ipotizzare che sia posteriore al 1130, anno a cui si fa risalire il fenomeno dell’incastellamento di Vicovaro. La Bolla “Quotiens Postulator” degli inizi del XIII secolo attesta che la chiesa rientrava tra le proprietà dell’Abbazia di San Cosimato. Nel momento in cui, a partire dal 1241, quest’ultima perde la sua autonomia e inizia a dipendere dall’Abbazia Cistercense di San Sebastiano alle Catacombe, la chiesa di santa Lucia viene affidata ad un Rettore e dipenderà dall’Arcipretura di San Salvatore.

La chiesa nel XV secolo

Nel 1458 per ordine di Napoleone Orsini la cappella laterale dedicata alla Vergine venne data in locazione ad un certo Cola Raticone a condizione che il Rettore, per la festa di santa Maria delle Grazie invitasse i frati francescani del convento adiacente alla chiesa di santa Maria ad officiare la messa. A questi doveva inoltre essere offerta una colazione.

La chiesa nel XVI secolo

Nella visita pastorale del 1564 si accenna alla presenza di un altare maggiore con la statua lignea di santa Lucia adornata dai numerosi ex voto di argento raffiguranti occhi. Si tratta della stessa statua conservata nella chiesa di San Pietro apostolo fino al 1924.

Questo altare, nella visita pastorale del 1574 risulta “sprovvisto di tutto”, e la chiesa non più dipendente da San Salvatore ma dalla chiesa Prepositurale di san Pietro. Un altro altare versava sempre in condizioni pessime, tanto che il visitatore ordinò di farlo abbellire entro sei mesi. Lo stesso valeva per il tetto, le pareti, il pavimento e le finestre in rovina.

Con la visita del De Grassis del 1581 si decreta così: “Si dipinga sopra la porta una sacra immagine, si chiuda una certa finestra esistente nella chiesa, si faccia un vaso adatto per l’acqua benedetta, si pavimenti o lo si ricopri di mattoni, e si faccia uno sgabello adeguato all’altare maggiore. L’olio sacro per gli infermi si conservi decorosamente nella stessa chiesa in un vaso di latta, presso l’altare della Beata Maria, entro sei mesi, si provveda della croce, dei candelieri, del drappo, dello sgabello e del viatico, e la messa, in concomitanza all’onere, sia celebrata in essa, pena la perdita del detto altare”.

Nella visita pastorale del 1596 fu imposto al Cappellano Don Pietro Sabellico, parente dei Marcantonio e al Rettore don Domenico De Mairena di dipingere entro quattro mesi l’icona della Beata Vergine e di sigillare i sepolcri con dei chiusini.

La chiesa nel XVII secolo

Nel maggio 1602 l’edificio è in evidente stato di abbandono. Dopo il 1668, data del trasferimento della statua lignea di santa Lucia presso la Prepositurale di san Pietro, la chiesa fu demolita. Il materiale proveniente dalla demolizione sarà riutilizzato nella chiesa di san Sabino, sia per quanto riguarda il materiale da costruzione che gli stipiti gotici del portale con rappresentazione di foglie mosse dal vento, riscontrabili anche presso le bifore del Tempietto di san Giacomo Maggiore e il portone interno di Palazzo Orsini.

Archivio Cultura Vi.Va. aps

 

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