Gli antichi romani sono tra i popoli più studiati dalla Storiografia: conosciamo la loro storia, la loro politica, la loro letteratura e, ancora, le loro conquiste. È altrettanto vero che anche approfondire le loro abitudini gastronomiche può darci qualche chiarimento sulle loro vite quotidiane. Tra le pietanze, che non poteva mancare, era il libum. Cos’era però questa pietanza?
Si trattava di una focaccia, una sorta di pane, di cui descrive la preparazione Catone nella sua opera il De agricoltura. Lo preparavano con il formaggio o la ricotta e, una volta impastato con la farina, lo cuocevano con alcune foglie di alloro. Come tante altre pietanze, era legato a una cerimonia religiosa; infatti, era uso prepararla in occasione dei Matralia e, in seguito, anche dei Ludi seculares. I primi erano celebrati all’inizio del mese di giugno ed erano riservati alle donne libere; questa festa si collocava durante le cerimonie di Vesta che si svolgevano, appunto, in questo mese. Le seconde, invece, come già si evince dal nome, erano appunto i “giochi secolari”. Le organizzavano appunto allo scadere del secolo, come una sorta di festeggiamento per i tempi futuri.
Insomma, il libum romano era un pane che non mancava mai tra le pietanze di questo antico popolo poiché faceva parte della loro religione e cultura. Sarebbe, forse, oggi interessante provare a riproporre l’antica ricetta per capire se anche in tempi moderni rimane gradita come lo era allora.