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Il licantropo di Bedburg, il primo Serial Killer della storia

Sono molti i Serial Killer che la storia ricorda. Un po’ meno noto il primo riconosciuto ufficialmente come tale. Sebbene sicuramente prima del 1589, accadevano certamente omicidi in sequenza da parte della stessa mano, questo caso è stato tra i primi a essere documentati.

La storia è quella di Peter Stubbe, storpiato dai paesani di Bedburg (vicino Colonia, in Germania) in Stumpf, che significa “monco”. L’uomo era privo della mano sinistra. Non sappiamo se a seguito di un incidente o se amputata per punizione.

Gli inizi

Stubbe, che era un contadino, si immortalò nei libri di storia per uno dei più clamorosi casi di licantropia nella Germania del XVI secolo e per la mole di vittime uccise. La sua carriera da Serial Killer ebbe inizio nel 1564, quando Stubbe aveva 39 anni. Così fino al 1589, uccise e dilaniò numerosi animali da fattoria, ma anche due donne incinte e tredici bambini, tra cui i propri figli.

Secondo alcune fonti indossava una pelle di lupo

Gli omicidi avvenivano con la recisione della gola con un coltello o mordendo il collo. Il cadavere veniva nascosto in un luogo isolato, dove Stubbe ne beveva il sangue e divorava gli organi. L’uomo uccise anche uno dei suoi figli con un colpo d’ascia alla testa per potersi cibare del cervello.

I suoi omicidi avvenivano regolarmente di notte, fin quando non venne arrestato una di queste mentre cercava di uccidere l’ennesima vittima. Un passante intervenne in soccorso della preda di Stubbe, richiamando l’attenzione degli altri paesani.

La fine

Stubbe venne assegnato alle poco accoglienti mani dell’inquisizione che sotto tortura gli estorse la confessione che agisse in nome del diavolo, il quale gli aveva donato una cintura in grado di farlo diventare licantropo ogni volta che la indossava. Questo oggetto tuttavia non fu mai ritrovato. Ammise di praticare magia nera fin dall’età di dodici anni e che era stato aiutato negli omicidi dalla moglie Katherine Tropin e dalla figlia Beel.

Il tribunale di Bedburg ne decretò la condanna a morte il 28 ottobre, che fu tenuta il 31 ottobre 1589 (Giorno di Halloween, coincidenza?). Stubbe sottoposto al supplizio della ruota fu smembrato lentamente con una tenaglia incandescente delle parti molli (lingua, genitali) e successivamente fatto a pezzi con un’ascia, lasciando per ultima la testa.

L’esecuzione, in una stampa del 1589

Le sue membra furono arse sul rogo assieme a sua moglie e sua figlia, mentre la testa di Stubbe venne impalata come monito.

Una storia di follia, d’altri tempi, ma che ricorda il più moderno e nostrano “Lupo Mannaro di Villa Borghese”. Potete leggere la sua storia qui: https://www.prometeomagazine.it/2022/05/07/il-licantropo-romano-leggenda-o-verita/

 

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