La leggenda del Nodo Gordiano

Di grande fascino le origini di espressioni e detti affondano spesso le radici in miti e leggende di antica memoria storica. Destino analogo ha avuto la nascita del celebre Nodo Gordiano, che trae fondamento da una lunga tradizione letteraria, leggendaria persino.

Al tempo in cui il popolo dei Frigi stava ponendo le basi per la costruzione di un verso e proprio Stato, nell’entroterra anatolico, fu consultato l’oracolo del dio Sabazio. Egli predisse che il primo uomo a salire al tempio su di un carro trainato da buoi sarebbe divenuto sovrano. Il predestinato fu un fattore di nome Gordio, il quale tempo prima aveva ricevuto un segno premonitore, veicolato dall’arrivo di un’aquila atterrata proprio sul carro. Secondo una tradizione, poi, Gordio sarebbe il patrigno del celebre re Mida, capace di trasformare con il solo tocco qualsiasi materia in oro. Divenendo re l’uomo fondò una città a cui donò il nome.

Il carro fu legato ad un sostegno, affinché lì rimanesse permanentemente. Il sovrano lo assicurò con un intricato nodo di cordame in corteccia di corniolo, emblema del suo potere e di quello dei suoi successori, forte e solido. L’intreccio rimase intatto per secoli, fino all’intervento di Alessandro Magno, signore di Macedonia. In quel tempo la Frigia era già caduta sotto il controllo dell’impero persiano, divenendone una satrapia.

 

Select, storia di una popolare bevanda

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Secondo una profezia oracolare colui che fosse riuscito a sciogliere il nodo stretto da Gordio sarebbe divenuto imperatore dell’Asia minore. Alessandro Magno giunse in città nella primavera del 332 a.C. e non riuscendo a districare la matassa decise di reciderla con un colpo di spada. Da qui nacque il detto soluzione alessandrina per indicare la risoluzione rapida e netta a un problema complesso.

L’evento sarebbe stato, in seguito, messo in dubbio da Plutarco. Secondo lo storico, infatti, Aristobulo di Cassandrea, nelle fila del condottiero macedone, avrebbe raccontato una seconda versione dei fatti. Alessandro, quindi, si sarebbe limitato a sfilare il nodo dalla staffa e non tagliarlo.

Quale che sia la verità dei fatti il giovane Alessandro spinse il suo esercito sino ai confini dell’Asia all’epoca conosciuta facendo avverare la profezia.

 

Il significato metaforico

Nei secoli l’espressione ha assunto un valore metaforico, andando ad indicare un problema di complessa risoluzione, ma scioglibile attraverso un’azione netta e decisa. Una valenza interpretativa potrebbe averla avuta anche in antichità. Quello reciso da Alessandro, infatti, avrebbe potuto essere un monogramma a forma di nodo, conservato dai sacerdoti di Gordio. Il simbolo avrebbe potuto essere, persino, un modo per trascrivere il nome ineffabile del dio Dioniso, trasmesso dai sacerdoti e rivelato esclusivamente ai sovrani di Frigia.

Il detto nei secoli è divenuto talmente celebre da essere utilizzato in scritti e opere teatrali, come nel caso dell’Enrico V di William Shakespeare. Fra le prime battute del copione il tragediografo inglese scrisse “Portategli il discorso su argomenti, che richiedano acume e sottigliezza, vi saprà sciogliere il nodo gordiano di tutto, come la sua giarrettiera”.

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