Cameron, il bambino vissuto due volte
A Clydebank, una cittadina a pochi passi da Glasgow, vive un ragazzo protagonista di una singolare e curiosa vicenda. Cameron Macaulay, classe 2001, è salito da tempo agli onori della cronaca come il bambino vissuto due volte.
Sin dall’infanzia Cameron avrebbe cominciato a mostrare i segni di una memoria parallela, slegata dalla sua vita quotidiana. Fra i banchi di scuola disegnava una casa bianca di fronte al mare, con una grande auto nera nel vialetto e un cane maculato. Dopo un primo confronto fra la madre e le insegnanti la conclusione sarebbe stata la più semplice, un’immaginazione estremamente vivace.
Le stranezze, tuttavia, non sono finite. A svelare maggiori dettagli è stata proprio la madre. Ella ha raccontato che già dal 2003, quando il piccolo Cameron aveva solo 3 anni, il figlio avrebbe mostrato ricordi di vicende mai avvenute. Le storie erano animate da amici, fratelli, una madre fortemente religiosa, e un padre, Shane Robertson, vittima di incidente stradale. La casa, poi, affacciata sulle scogliere dell’isola di Barra, sarebbe stata lungamente e dettagliatamente descritta, compresa la presenza di tre bagni. Niente di più distante dalla reale vita di Cameron. La madre, infatti, è atea e single, con solo un secondo figlio, Martin, nato nel 2000.
Con il trascorrere degli anni i ricordi si sono fatti sempre più vividi. Il bambino avrebbe persino raccontato di essersi chiamato Cameron nella sua vita precedente, rassicurando la madre sulla possibilità, per un defunto, di tornare in vita. Una seconda vita, come quella che sembrerebbe essere toccata a lui.
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Alla ricerca della verità
Norma, la madre, ha raccontato che il piccolo avrebbe cominciato a lamentarsi di non poter più giocare sulla scogliera, dispiaciuto poi di non riuscire più a viaggiare. A sei anni il bambino, inconsolabile, avrebbe cominciato ad accusare la mancanza della vecchia famiglia. La madre, allora, ha deciso di portare Cameron a Cockleshell Bay, sull’isola di Barra. Seguiti da una telecamera e in compagnia di Jim Tucker, direttore della clinica di psichiatria infantile presso la Virginia University, i due hanno raggiunto la casa bianca, protagonista di tanti racconti.
Alla vista della grande dimora il giovane Cameron è sembrato illuminarsi, ansioso di presentare la madre alla sua vecchia famiglia. Nessuno, però, avrebbe abitato la struttura da tempo. Nessuno Shane Robertson sarebbe risieduto in quel luogo, solo una famiglia Robertson che aveva frequentato, durante le vacanze estive, la casa fra gli anni ’60 e gli anni ’80 del secolo scorso. Rintracciata una lontana parente, Gillian Robertson, ella non sembrò ricordare nessuno Shane.
Il bambino, viste le foto di famiglia, avrebbe riconosciuto il cane e la grande auto nera. Nel giardino, inoltre, avrebbe individuato un ingresso segreto, nascosto dai cespugli. Soddisfatto, poi, è tornato a Clydebank con la madre e le telecamere della troupe televisiva.
Reincarnazione?
Al tempo non sono mancati i dubbi riguardo l’intera vicenda. Alcuni si sarebbero spinti persino ad insinuare un coinvolgimento di Norma, colpevole, secondo loro, di aver architettato tutto con l’aiuto della Robertson, anch’ella residente a Glasgow. Ad avvalorare la tesi degli scettici, inoltre, c’è la mancanza di documenti in merito alla morte di un bambino nella famiglia protagonista dei racconti.