San Benedetto a Serrone

Serrone è un borgo laziale che vanta una storia molto antica e che, per lunghissimo tempo, ha attirato numerosi artisti e pittori che venivano qui in cerca d’ispirazione. Questo borgo però non è solo arte. Ha anche numerosi edifici religiosi che attraverso i secoli della nostra storia; primo fra tutti, San Benedetto da Norcia.

San Benedetto a Serrone

Il Santo, oggi patrono d’Italia, con la sua dedizione alla preghiera e alla contemplazione della Parola cristiana, fondatore poi dell’ordine benedettino, trascorse alcuni in anni in ritiro in una grotta nelle zone di Subiaco, dove oggi è presente il Monastero del Sacro Speco. Sebbene il Santo fosse rimasto tre anni qui, non fu la sola zona che frequentò. Dopo il ritiro spirituale, infatti, si mise in viaggio verso Montecassino e durante questo percorso viaggiò tra i boschi serronesi. Qui, a testimonianza del suo passaggio, c’è ancora l’Eremo di San Michele Arcangelo, oggi dedicato al patrono del borgo, ma dove il Santo, secondo l’agiografia, si fermò, guidato da tre corvi che gli indicarono la strada.

L’eremo di San Michele.
L’eremo di San Michele

L’Eremo si trovò immerso nel verde ed è raggiungibile attraversando un sentiero nel bosco di faggeti. L’edificio ha una struttura maestosa e imponente.  È adagiato sulla roccia viva, dove il Santo si ritirò in contemplazione e in preghiera e dove, sempre secondo l’agiografia, lasciò la sua impronta quando, affaticato dal viaggio, si appoggiò a una di queste rocce. La struttura comunque è come se fosse appoggiata nella roccia, tanto che sembra quasi che sia scavata al suo interno. Si tratta dunque di un edificio molto antico; la prima costruzione risalirebbe, infatti, al 600 d. C. Nel corso degli anni, la sua giurisdizione ecclesiastica cambiò molte volte. Quella più duratura fu sicuramente quella dei benedettini che presero a cuore l’Eremo, essendo stato frequentato dal loro fondatore. E fu proprio grazie a quest’ordine che fu introdotto il culto di San Michele, ancora oggi molto caro agli serronesi.

San Benedetto. Wikipedia.

I connotati principali rimasero pressoché identici alla prima costruzione fino al 1758 quando subì un imponente lavoro di restauro che ne cambiò la facciata esterna. Sull’architettura interna non abbiamo, invece, notizie certe perché a oggi risulta senza alcun arredo sacro. È plausibile però pensare che all’epoca siano stati apportate modifiche anche alla struttura interna, visto che si trattò di un lungo lavoro di restauro.

Non c’è dubbio sulla sacralità del luogo perché, sebbene non sia più dedicato a San Benedetto, continua a unire, come in un percorso mai interrotto, due emblemi della nostra religiosità che, in un modo o nell’altro, hanno trasmesso la loro passione cristiana.

San Michele. Wikipedia

Da una parte, quindi, San Benedetto che trascorse molti anni in ritiro e dall’altra San Michele Arcangelo che uccise il drago. Entrambi sono due dogmi della cristianità e nell’Eremo di San Michele, sono riuniti.

 

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