Dal 1988 a oggi: un successo senza fine per il Salone del Libro di Torino

È finita da pochi giorni la manifestazione dell’editoria più grande d’Italia e d’Europa: il Salone del Libro di Torino. Iniziata giovedì 18 maggio e terminata lunedì 22 maggio, è un’occasione unica per i lettori per assaporare a pieno la propria passione; infatti, non partecipano solo i lettori, ma anche le case editrici, i traduttori, gli autori e gli illustratori. Insomma, sono presenti anche agli addetti ai lavori ed è proprio questo motivo che sono giorni colmi di impegni, presentazioni, interviste e conferenze. Ormai, per chi ama i libri, è un appuntamento fisso ogni anno. Quest’edizione, a mio avviso poiché ho avuto la fortuna di essere presente, è stata strepitosa: il clima che si respirava, la presenza della folla ( si parla infatti di 215mila visitatori) e gli incontri hanno dato a questi giorni un surplus in più.

Dal 1988 a oggi: un successo senza fine per il Salone del Libro di Torino

Giunta ormai alla XXV edizione, è stata l’ultima del suo “storico” direttore: Nicola Lagioia, noto autore contemporaneo, scrittore della Città dei vivi, Einaudi. È innegabile il suo successo che ogni anno è diventato sempre più esteso, oltrepassando i confini nazionali. La manifestazione si svolge presso Lingotto fiere, ossia il passato polo industriale della Fiat. Una volta entrati, si apre un meraviglioso mondo, dove il profumo della carta ti inebria. È diviso in quattro padiglioni: padiglione 1,2,3 e quello Oval. In ciascuno sono presenti gli stand delle case editrici, le quali cercano di rispettare il tema proposto ogni anno. In quest’edizione, era quello di “Attraverso lo specchio”, legato, come s’immagina, al classico dell’infanzia Alice nel Paese delle meraviglie. Non mi ha sorpreso dunque di incappare in sagome di scacchi, della protagonista e, in generale, in atmosfere oniriche. Camminare tra gli stand significa entrare in contatto e conoscere persone, acquistare libri ( a volte anche fin troppo) e visionare, magari, le ultime novità.

Alessandro Barbero al Salone del Libro. Foto scattata da Giada Marzocchi.

Il salone è sicuramente dunque libri, ma non mancano nemmeno tanti appuntamenti con gli autori, traduttori e disegnatori. Ospiti quest’ anno erano, tra gli altri, Zerocalcare, Peter Cameron, Emmanuel Carrére, Alessandro Barbero e Giordano Bruno Guerri ( presidente del Vittoriale degli italiani). Nel corso dei giorni, si può anche partecipare a conferenze e incontri per gli “addetti ai lavori”, riunite sotto l’etichetta “I ferri del mestiere”. Sono appuntamenti, nel corso dei quali si affrontano varie tematiche legate all’editoria, come ad esempio il ruolo del traduttore, le vendite nelle librerie indipendente o le varie piattaforme online per la lettura.

Qual è però la storia di questa strepitosa manifestazione?

La prima idea di organizzare una fiera del libro risale al 22 luglio del 1987 quando alcune personalità dell’editoria, come Angelo Pezzana e Guido Accormero, la proposero all’Unione industriale di Torino. Il progetto era di riunire, per qualche giorno e in unico luogo, le case editrici, creando così un luogo di confronto e riflessione sull’editoria italiana. Da quest’idea, ne nacque la prima edizione del Salone che si svolse nel maggio del 1988, riscuotendo fin da subito un notevole successo. A inaugurare la prima edizione, fu invitato il premio Nobel Josif Brodkij, il quale fece un lungo e commosso discorso al Teatro Reggio in occasione della prima giornata della prima edizione.

Giordano Bruno Guerri al Salone del Libro. Foto scattata durante l’incontro da Giada Marzocchi.

Da questo momento, il Salone non si è più fermato. Ha aumentato lo spazio espositivo ( oggi conta 573 stand e 48 sale per gli incontri) e ha ampliato anche le sue iniziative, come il Salone Off che dal 2004 propone incontri aggiuntivi a quelli dei giorni del SalTo. Insomma, non è solo per gli amanti della lettura, sono giorni che appassionano tutti gli amanti della cultura.

È inevitabile che la grandissima affluenza di quest’edizione abbia creato qualche intoppo organizzativo, come le lunghe file per incontrare gli scrittori o, semplicemente, per andare in bagno. Quello che più rimane, alla fine, è l’emozione e la soddisfazione di condividere la passione per la lettura con altre persone e, soprattutto, quello di sentire parlare autori che leggi da moltissimo tempo.

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