Intervista all’artista (Maurizio Imperia, il Cellini anagnino)

Oltre ai monumenti , all’ambiente, all’arte esiste un altro elemento importantissimo che da valore al patrimonio culturale di una comunità : l’uomo, l’artista, l’artigiano che con la sua manualità, abilità creativa, esperienza e fantasia da vita ad opere d’arte, oggetti che raccontano la storia fatta di valori universali come la bellezza, l’armonia, la simbologia e la memoria storica. Ad Anagni abbiamo un esempio importante di questo elemento preziosissimo del patrimonio culturale ed è l’orafo Maurizio Imperia, un’artista, un maestro tutto da scoprire. Lo conosco da anni e con il tempo è diventato sempre più il custode delle nostre tradizioni creando gioielli che non imitano ma ricordano attraverso lo stile e l’immagine i gioielli e i simboli e l’arte della nostra terra ciociara.

Entriamo nella sua bottega, buongiorno Maurizio, oggi ti vengo a trovare in veste di intervistatore e non di amico/consulente. Mi piace oggi farti conoscere attraverso le tue parole cogliendo al volo l’invito fattomi dal direttore di Prometeo di scrivere qualcosa su di te e come prima domanda ti chiedo :

Questa tua passione per la storia ciociara ed in particolare anagnina nasce dal tipo di studi che hai fatto o da un amore innato ed istintivo per la nostra terra?

Diploma di maestro d’Arte sezione : Arte dei metalli e dell’Oreficeria nel 1992. Diploma di Maturità d’Arte applicata sezione: Arte dei Metalli e dell’Oreficeria nel 1994.

Questi sono i miei titoli di studio… percorso che sicuramente ha reso interessante e stimolante la ricerca storica del mio territorio ma, la mia passione per l’Arte tipica Ciociara mi è stata trasmessa da mia nonna Domenica. Sposa in seconde nozze con mio nonno Giuseppe, è arrivata ad Anagni da Torrice (FR), è vissuta sempre con noi e da bambino mi raccontava spesso dei gioielli che le donne ciociare amavano indossare.  Dopo che ci ha lasciato ho iniziato una profonda e continua ricerca di tali gioielli fino a realizzarne una mia particolare versione che mi ricordasse mia nonna, ovviamente in chiave moderna.

So che la scelta dei tuoi soggetti dipende solo da te . Nella scelta quali sono le caratteristiche che maggiormente ti colpiscono e ti attraggono?

Sono un artigiano orafo da quasi 30 anni e la cosa che più mi affascina è l’essere libero. Libero di poter scegliere percorsi stilistici, tecniche di lavorazione e forme, nella più totale serenità, il tutto dettato solo dalla più comune sensazione e attrazione che emana un’architettura, un disegno o semplicemente un fatto storico.

Questo tuo lavoro è diventato unico ed essenziale per la promozione turistica di Anagni, spaziando nel tempo fra tutte le epoche ed attingendo nei vari campi del patrimonio culturale e monumentale della città. Ti pesa questa responsabilità o ti da l’energia per andare avanti su questa strada ?

In 30 anni di laboratorio ho esaminato, rielaborato e creato gioielli che raccontano tantissimo di Anagni, della sua storia antica e moderna. Sono fiero di raccontare con i gioielli la grandezza ed il valore della mia città e la risposta che ho ricevuto è stimolo per andare avanti e continuare a studiare, a cercare, a scoprire.

Anagni è una miniera inesauribile di simboli, immagini, testi che raccontano storie passate e valori universali, tu sei l’artista oggi che meglio li sa valorizzare e mostrarli al pubblico. Ma tu sei un artista a tutto tondo, su quali basi scegli gli altri soggetti delle tue opere?

Cerco sempre di immedesimarmi nel turista che visita Anagni e cerco di capire quali sono i simboli, le opere, le bellezze che mi piacerebbe riportarmi a casa da questo viaggio come ricordo. Questa la base che stimola la scelta e i soggetti di tutte le mie opere, sia come dono destinato ad illustri personaggi o come gioielli destinati al turista.

Puoi illustrarci qualcuno dei tuoi lavori fatti ed in corso d’opera ?

Il gioiello che più mi identifica e adoro realizzare è sicuramente il “Ciondolo Rosone” della nostra Basilica Cattedrale di Santa Maria Annunziata.

Quest’anno il mio “Ciondolo Rosone” compie 15 anni…  è realizzato in oro, in argento od in bronzo, dal diametro di 32,21 e 16 millimetri. Riprende fedelmente il rosone situato nel transetto ma, il mio gioiello  ha una piccola modifica essenziale per poter trasformare un elemento architettonico in un monile, in un gioiello indossabile : ho volutamente eliminato tutti e 12 i capitelli delle colonne che compongono il Rosone e al loro posto ho creato 12 castoni tondi per poter incastonare pietre preziose o semi-preziose. Questa mia modifica ha reso questa mia creazione un gioiello.

All-focus

A breve, invece, sarà ultimata la lavorazione dei miei anelli “a fascia”.

Fasce piatte e lucide con incise e ossidate in nero alcuni dei  più emozionanti versi del poeta Catenaccio Catenacci detto “Catenaccio di Anagni” (poeta contemporaneo di Dante che tradusse in dialetto anagnino i “Disthica Catonis”, fra le prime opere in volgare).

Ti ringrazio per il tempo che mi hai dedicato e ti chiedo un’ulteriore riflessione: Come speri che si sviluppi in futuro il turismo anagnino? Secondo te l’informazione che viene oggi fatta delle opere degli artisti ed artigiani anagnini è sufficiente per una loro conoscenza e sviluppo economico?

In 30 anni di laboratorio ho visto e vissuto momenti economici differenti e un turismo molto diverso. Da oramai 10 anni la proposta turistica ad Anagni ha subito forti modifiche e cambiamenti e grazie ad eventi che si ripetono anno dopo anno nel voler valorizzare la nostra città con la sua  storia, come il Festival del Teatro Medioevale e Rinascimentale, Anagni ha superato il forte disagio della scarsa affluenza turistica precedente. Oggi ci sono proposte e luoghi che valorizzano meglio gli artigiani ed artisti con spazi ed eventi a loro dedicati. Finalmente oggi il turista può percorrere il nostro centro storico da Porta Cerere alla Cattedrale, il “chilometro più bello d’Italia” con numerose proposte artistiche ed architettoniche.

 

Intervista a cura del Dott. Guglielmo Viti

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