Ponte Nomentano, un monumento poco conosciuto

L’interno del ponte. Foto di Lalupa. Wikipedia.

Se consideriamo la grandezza di Roma, è più che plausibile che qualche monumento o edificio rimanga nell’ombra. Questo accade perché la Storia, come ben sappiamo, è in alcuni casi, inclemente e li lascia nell’oblio, ma questi monumenti rimangano comunque rilevanti storicamente e culturalmente. Ce ne sono molti purtroppo, ma un caso abbastanza clamoroso è quello del ponte Nomentano.

Ponte Nomentano, un monumento poco conosciuto

Il Ponte Nomentano sovrasta il fiume Aniene e si trova nel quartiere Monte Sacro. La prima realizzazione risale all’età repubblicana, quando, dopo le invasioni barbariche di Totila ( re degli Ostrogoti, conosciuto anche come Baduila) ne fu decisa la costruzione.  Originariamente, era costituito da tre arcate ( una superiore e due inferiori). Era composto da quadrati di tufo e archivolti in travertino ( materiale molto comune all’epoca). Fu solo nell’VIII che il pontefice Adriano I gli fece aggiungere due torri per avere una maggior forza difensiva. Queste furono, a loro volta, fortificate con l’innalzamento di due muri tra il XII e il XIII secolo per volontà del Papa Niccolò V. Nonostante avesse una funzione militare strategica, la sua storia rimase travagliata. Basti pensare che cambiò svariate volte la proprietà. All’Inizio del X secolo, è di competenza del monastero di San Silvestro in Capite, poi, ancora, della Chiesa di San Lorenza in Lucina e infine del convento di San Pietro in Vincoli; insomma, molti ne furono i proprietari che, in un modo o nell’altro, ne cambiarono i connotati.

Paolo Orsini. Wikipedia.

Nel XV secolo la storia del ponte Nomentano si fece, se possibile, ancora più travagliata a causa dei repentini cambiamenti di proprietà. All’inizio del ‘400, infatti, risulta Niccolò Fortebraccio della Stella, qualche anno più tardi invece è proprietario Conte Antonio di Pontedera ( condottiero e signore di Alatri e Anagni)  e infine della nota casata dei Pazzi, quella cioè che ordì la congiura contro i Medici.

Nei tempi moderni

È solo nel Cinquecento che il ponte trovò un po’ di pace. Nel 1532 divenne una delle dogane della città ed è in questo periodo che subì i maggiori interventi di restauro che ne cambiarono, per la prima volta, l’aspetto originario. Rimase così fino alla metà dell’Ottocento; nel 1832, infatti, l’invasione napoleonica lo distrusse quasi completamente. Sebbene  nel 1924 fosse stato costruito il Ponte Tazio ( collega anche oggi via Nomentana Nuova e corso Sempione), rimase un collegamento importantissimo perché univa ancora Roma con le zone del nord laziale. La sua storia però fini negli anni Novanta, quando nel 1992 lo chiusero al traffico per timore di crolli e lesioni alla struttura, divenne così pedonale. Oggi, è aperto al pubblico solo occasionalmente e in occasioni particolari.

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