La vita di Padre Quirico Pignalberti di Serrone

Serrone, in provincia di Frosinone, è un luogo dove è possibile ammirare numerosi luoghi d’interesse, come musei, edifici religiosi, civili e monumenti. È inoltre anche possibile conoscere vite che hanno donato la loro vita alla contemplazione e alla religione, trascorrendo la loro esistenza nella preghiera e dedicandosi allo studio delle Sacre Scritture. Tra queste pregevoli vite, c’è sicuramente quella di Padre Quirico M. Pignalberi.

La profonda fede in una vita spesa per la Parola Cristiana

Nato a Serrone l’11 luglio del 1891 da Egidio e Caterina Proietti, aveva altri quattro fratelli maggiori. I suoi genitori erano contadini, si trattava quindi di una famiglia molto modesta, ma fu proprio, forse, questa umiltà che avvicinò Quirico alla fede. Battezzato il giorno dopo la sua nascita nella Chiesa del Sacro Cuore (località La Forma), trascorse un’infanzia serena, fino al tempo delle scuole elementari, dove avvenne il primo evento  che sconvolse la sua spensieratezza da bambino. Durante una lezione alle elementari, nel 1900, il maestro lo incaricò di controllare la classe mentre lui era fuori; quando uscì, però, Quirico con tutta la classe udì un colpo di sparo. Il maestro, infatti, si era suicidato perché, secondo le voci dell’epoca, non poteva sostenere l’incarico che la Massoneria gli aveva affidato: quello di uccidere il re Umberto I.

Padre Quirico Pignalberti di Serrone

Questo evento sconvolse moltissimo il giovanissimo animo di Quirico e molti teologi credono che sia stato quello determinante per la sua vocazione. Non fu comunque l’unico: durante le lezioni per la Prima Comunione, la catechista gli parlò del sacerdozio e del servizio a Dio. Anche in questo caso, sentendo la passione dell’insegnante, Quirico ne rimase meravigliato ed è anche da qui che la sua vocazione si fece man mano più concreta, tanto che fin da giovanissimo prese la decisione di intraprendere il sacerdozio.

L’episodio del suicidio fu quello che, chiaramente, lo sconvolse di più: per tutta la vita, si portò dentro le conseguenze emotive di quell’atto così tragico. A 17 anni, infatti, intraprese il cammino sacerdotale, entrando nell’Ordine dei frati minori conventuali; nel 1898 iniziò il suo noviziato a Zagarolo ( Roma), durante il quale abbracciò letteralmente la regola francescana. Nel 1909 concluse gli studi teologici.

Frate Massimiliamo Kolbe.

Gli anni di studi furono profondamente evocativi e intensi per Frate Quirico, soprattutto grazie all’incontro con Massimiliano Kolbe, con il quale fondò la Milizia dell’Immacolata : un’associazione missionaria, votata alla Madonna, la quale prevedeva anche azioni di apostolato concreto.

La prima guerra mondiale

In pieno clima bellico, fu ordinato sacerdote e, come accade ad altri, anche lui nel 1917 dovette partire per il fronte; lo arruolarono nella compagnia di Santità e spedito ad Arcade sul Montebello, dove recò conforto religioso e psicologico ai soldati in guerra. Alla fine della guerra, entrò nel convento di Cave, dove divenne maestro dei giovani seminaristi, poi nel convento di San Lorenzo a Piglio. In tutta la sua vita formò decide di giovani sacerdoti, trasmise le sue conoscenze teologiche e, soprattutto, l’intensa fede cristiana, emulando l’esistenza del Santo d’Assisi.

Gli ultimi anni

Fra Quirico, in fede alla parola francescana, trascorse una vita austera e umile, digiunando e contemplando la parola cristiana.  Secondo alcune testimonianze, era di indole docile, tanto che durante una discussione, raramente interveniva, ma, al contrario, preferiva rimanere in silenzio e ascoltare. Aveva pochissimi passatempi, il più curioso era sicuramente quello dell’orologeria: egli amava riparare vecchi orologi ad amici e conoscenti. La sua precisione e la sua passione per il lavoro manuale lo portò a partecipare anche all’esposizione europea dei presepi a Milano.

Con l’avanzare degli anni, la sua salute iniziò a vacillare fino a diventare molto fragile. Morì nel 1982, all’età di novantuno anni, presso una casa di cura di Anzio. Riposa a Piglio, borgo caro al sacerdote e dove aveva trascorso molti anni.

 

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