Capitan Pastene, la città cilena dove si fanno i tortellini modenesi

I tortellini, le lasagne, si sa, sono prodotti tipici e unici della tradizione italiana. Con la globalizzazione questi piatti hanno conquistato anche i palati delle nazioni straniere. Ma c’è una città sudamericana in particolare, dove queste prelibatezze vengono consumate quotidianamente e senza la storpiatura di ketchup al posto della salsa di pomodoro.

Stiamo parlando di “Capitan Pastene”, una frazione del comune di Lumaco, in provincia di Malleco, nella regione dell’Araucanìa. Ovvero una località sperduta del Cile meridionale. La spiegazione è abbastanza semplice, la cittadina è abitata da circa 2000 discendenti di famiglie italiane emigrate dal modenese nei primi del ‘900. Il luogo era chiamato inizialmente “Colonia Nuova Italia”. Colonia che nacque a seguito di una cessione di terreni dal governo alla società Nuova Italia fondata dai fratelli Giorgio e Alberto Ricci e dal giornalista Salvatore Nicosia. Il progetto prevedeva l’insediamento di cento famiglie. La colonia vera e propria vide la fondazione l’11 marzo 1904, e tre anni dopo venne cambiato il nome in Capitan Pastene. Giovanni Battista Pastene era un esploratore genovese che nel XVI secolo aveva navigato le coste cilene, facendo fruttuose scoperte.

La storia

Dunque a partire dal 1904, mote famiglie originarie di Pavullo nel Frignano (di cui erano originari i fratelli Ricci), ma anche da Zocca, Vignola, Guiglia e Modena, attraversarono l’oceano per colonizzare il Cile. Il primo viaggio avvenne il 2 febbraio, con 23 famiglie composte da 134 persone totali. I coloni presero un treno speciale dalla stazione di Modena fino al porto francese di Palliche-Rochelle. Da qui si imbarcarono sul piroscafo Oruba e navigarono per 32 giorni giungendo infine al porto cileno di Talcahuano. A distanza di un anno esatto, il 2 febbraio fu il turno di altre 65 famiglie composte da 373 individui.

Famiglia Castagna

I territori dove le famiglie emiliane stanziarono erano stati abitati fino a prima solo dagli indigeni della tribù Mapuche. Zone da poco pacificate dall’esercito cileno a seguito degli scontri tribali con gli Araucane. Negli anni successivi giunsero anche famiglie dal Lazio e nel 1913 venne costruito il ramo ferroviario a scartamento ridotto (60 cm) da Saboya a Capitan Pastene. La linea completata nel 1918 sopravvisse fino al 1974 ed in seguito smantellata perché obsoleta.

Cosa vedere a Capitan Pastene

Negli ultimi anni il piccolo comune è interessato da una forte attrazione turistica dovuta dalla sua particolare condizione di “Little Italy” del Sudamerica. Nella piazza principale si trova la chiesa San Filippo Neri, che è però gravemente danneggiata dal terremoto del 2010. Le strade e le piazze ben ordinate in maniera schematica, portando i nomi di personaggi legati alla cultura e alla storia italiana, come ad esempio Dante Alighieri, Giuseppe Garibaldi ed altri.

Notevole era Casa Salvestrini, unica casa in legno sopravvissuta per oltre un secolo, che però è purtroppo andata perduta in un incendio nel 2017. La casa era stata eletta Monumento Nazionale dal governo cileno nel 2009, in quanto testimonianza del processo migratorio dei migliaia di italiani che hanno scelto di vivere in Cile. L’incendio sembrerebbe aver avuto una matrice dolosa. Altre case storiche sopravvissute sono Casa Rosatti, Casa Viani, Casa Balota, Casa Guidatti e Casa Barbieri. Il molino Rosati è invece un edificio industriale costruito nel 1914, simbolo dell’innovazione e del contributo all’economia agricola che la famiglia diede, costruendo anche una piccola centrale elettrica per far funzionare le macine.

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Le lingue parlate

L’italiano è ormai scomparso da tempo a Capitan Pastene. Nei primi anni della fondazione c’era una scuola di lingua italiana che però cessò di esistere in quanto fu ritenuto inutile insegnare tale lingua in un paese di lingua spagnola. Tuttavia sopravvivono nel dialetto locale molte parole italiane o dialettali modenesi, specialmente in ambito agricolo o culinario. Nel 2005 è stata introdotta la possibilità di imparare l’italiano nella scuola locale “Republica de Italia”.

Tradizioni e cucina

La comunità organizza ogni anno quattro sagre gastronomiche per festeggiare le proprie origini. Nel mese di marzo si celebra la fondazione e figuranti indossano abiti simili a quelli che avevano i coloni nel ‘900, sfilando nelle strade su carri trainati da cavalli. A giugno si svolge la fiesta de la castaña, a cui segue la fiesta del prosciutto ad agosto e la fiesta de la pasta a novembre.

Tra i piatti consumati quotidianamente a Capitan Pastene, moti sono originari del modenese, come ad esempio i tortellini, i borlenghi, la polenta, ma anche molte varietà di salumi, che solitamente non sono consumati nelle nazioni sudamericane. Addirittura viene prodotto un prosciutto utilizzando spezie indigene, ma seguendo la procedura del Prosciutto Modena. Questo salume ha ottenuto dal governo il riconoscimento del marchio d’origine.

 

 

 

 

 

 

 

 

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