Italia, le origini

Premessa

Per secoli gli storici ci hanno raccontato una storia della nostra penisola accentrata quasi esclusivamente sulla storia di Roma. Prima di Roma sembrava che nelle nostre terre tranne gli Etruschi ed i Greci ci fossero solo popoli incivili, “barbarici”, con poche eccezioni e con sporadici eventi storici da evidenziare e sempre,comunque, riferiti a rapporti con Roma. In realtà, recentemente, anche grazie a ritrovamenti archeologici ed a studi più approfonditi si è constatato che vi erano numerosi popoli con importanti valori culturali, con storie ricche di eventi e tutti con caratteristiche identitarie uniche.

Cercherò ora di raccontare in modo molto succinto, cosa non facile, quale è stato lo sviluppo e la formazione delle varie etnie che popolarono e formarono il nostro territorio. Cominciamo il nostro racconto da lontano, da molto lontano, quando gli abitanti indigeni vivevano in capanne, in piccoli nuclei dislocati un pó dappertutto lungo lo stivale intorno all’anno 1000 a.c. e cominciavano ad usare il ferro anziché il bronzo.

Gli albori della civiltà italica

Questi nostri antenati già avevano usi e costumi comuni per aree come i riti di sepoltura a incinerazione , tipi di armi, vasellame ed utensili vari ed avevano dato origine civiltà originali e diffuse come quella  che gli archeologi chiamano Villanoviana, la più comune ed influente. Nei secoli successivi cominciarono ad arrivare gruppi umani provenienti dall’Oriente, estremo e medio, soprattutto dall’Egitto, dalla Grecia, da Micene, dalla Fenicia, dalla penisola anatolica, dalla Siria ecc…

Questi gruppi si insediarono nelle zone già occupate dai villanoviani e dagli altri gruppi autoctoni dando vita a civiltà più complesse come gli Etruschi e le colonie greche nell’Italia meridionale. La civiltà etrusca dell’ottavo, settimo secolo a.c. fu territorialmente preminente tanto che Catone, per bocca di Servio, diceva che : “in tuscore iure pene omnis italia fuerat””quasi tutta l’Italia era sotto il dominio degli Etruschi”.

Contemporaneamente, però, dal nord-Europa, spinti condizioni climatiche avverse scendevano altri gruppi, i cosiddetti “indoeuropei” e davano vita ad altre culture, meno dominanti ma ugualmente importanti : la cultura di Golasecca a nord-ovest, la cultura atestina a nord-est, le culture adriatiche, la cultura laziale, le culture apule, le culture delle tombe a fossa in Calabria le culture sicule e sarde.

Tutte queste culture di cui facevano parte vari popoli avevano elementi comuni con particolarità che le distinguevano le une dalle altre come i riti funerari, gli elementi base linguistici, riti e credenze religiose, le architetture ecc…Nel Lazio fortissima fu la presenza e l’organizzazione sociale dei Sabini che, sappiamo dalle fonti, diedero origine a ben 3 re di Roma : Tito Tazio, che governò insieme a Romolo, Numa Pompilio e Tullo Ostilio.

Gli Opici

Alcuni elementi del popolo sabino insieme ad altri del popolo degli Opici si spostò dal Lazio a seguito del rito tradizionale della “Primavera Sacra” verso l’interno della regione libero da altri insediamenti e formarono la civiltà sannita. Il termine Sanniti deriva da Safini ovvero il nome che loro stessi usavano per indicarsi, termine che deriva proprio da Sabini. Forse una traccia di questa colonizzazione antichissima la troviamo nel termine Opi, ovvero la cittadina che si trova ai confini fra Lazio ed Abruzzo ed è il primo insediamento oltre il passo di Forca d’Acero, unico collegamento della zona.

Facilmente possiamo far derivare Opi da Opici cioè l’antico popolo che secondo gli storici antichi, partecipò con i Sabini alla Primavera Sacra. Fra questi monti e queste valli in un  ambiente inadatto all’agricoltura si da impulso ad una attività economica specifica come la pastorizia e si crea un modo per gestirla vincente come la Transumanza.

Una vita nomade

La Transumanza, che per secoli caratterizzò l’economia locale lega le popolazioni ad un modo di vivere che ricorda i Mongoli o i Pellerossa d’America ma anche tutti quei popoli nomadi che migrando dal nord diedero vita alle battaglie con Roma come gli Unni ecc..

Questo tipo di vita comportava il continuo spostamento da una località montuosa, giusta per i periodo estivi, ad una vicino al mare per i periodi invernali, I suddetti spostamenti caratterizzati dalla partenza ed il ritorno sempre nello stesso sito, coinvolgevano tutto il clan, per cui ci si spostava anche con carri e con tutto ciò che si possedeva, comprese le tende per vivere ecc..

A causa di questo tipo di economia non sono mai esistite fino al IV sec. a.c., ovvero fino ai rapporti con Roma, nel Sannio città vere e proprie ma insediamenti posti su alture fortificate naturalmente o con l’aggiunta di manufatti utili in caso di guerre ma che si caratterizzavano per essere generalmente luoghi dove sorgevano aree sacre e templi.

Queste genti dovevano convivere con una natura difficile ed in un continuo stato di belligeranza con le popolazioni limitrofe per cui avevano costumi semplici, essenziali, così come emerge dai corredi tombali. Questo non escludeva una notevole capacità artigianale soprattutto nella lavorazione del ferro e nel tessile. La loro particolare capacità nell’uso delle armi , del resto sembra che ebbero in epoca antichissima una forte influenza della cultura spartana, ne fece dei soldati particolarmente apprezzati dai romani che prima ne subirono la forza nelle guerre sociali e sannitiche e poi ne sfruttarono l’abilità come alleati e cittadini romani.

Le guerre contro Roma

Ma è proprio all’inizio delle guerre sociali, nel 91 a.c. che i Marsi, l’etnia più numerosa ed importante fra i Sanniti, riunirono le altre etnie e strinsero un patto fra loro di alleanza contro Roma che negava a questi popoli il riconoscimento della cittadinanza romana e celebrarono questa alleanza con l’emissine di una moneta.

I popoli che fecero parte di questa alleanza contro Roma erano : i Piceni, i Vestini, i Peligni, i Marsi, i Marrucini, i Frentani, i Lucani, gli Apuli e i Sanniti.  Questa moneta fu coniata a Corfinium, oggi Corfinio, che venne ribattezzata Italica, che era la capitale dei Marsi ed è di argento e ritrae su un lato soldati intenti a fare un giuramento di fedeltà e sull’altro lato una testa di donna  incoronata con accanto il nome ITALIA.

Per la prima volta compare nella storia il nome Italia come simbolo di unità di gruppi sociali diversi, ed è per la prima volta che nel nome di Italia si combatte e si muore per la propria libertà.  Sembra che l’originale della moneta sia conservato presso la Biblioteca Nazionale di Parigi. Purtroppo un documento per noi così storicamente ed emotivamente importante si trova, come spesso capita all’estero, ed a noi rimane la speranza, come spesso capita, che ritorni !

Guglielmo Viti

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