Tamerlano, il terribile

Tīmūr Balras, conosciuto però come Tamerlano, è stato un militare e sovrano mongolo che tra la fine del Trecento e l’inizio del Quattrocento, conquistò gran parte dell’Asia centrale e occidentale.

Nato nell’odierno Uzbekistan nel 1336 ( le fonti qui però sono discordi), apparteneva alla tribù di origine turca dei Barlas, giunta in Asia dopo la conquista di Hengis Khan, le cui origini risalivano a quella dei Qaraìuna, ossia “I mezzosangue”, riferito al fatto che individui di origini mongole avevano sposato donne turche. Tarmelano era il figlio del capo tribù; il padre credeva di essere discendente diretto di Gengis Khan, appunto, per le sue origini mongole, nonostante fosse di religione diversa dal noto condottiero mongolo. Si era convertito all’islamismo sunnita e così anche il figlio era di questa fede.

Tamerlano, il terribile

Già dalla più giovane età, la carriera di Tamerlano erano decisa; infatti, all’età di sedici anni, intraprese la carriera militare quando gli affidarono il primo comando di una squadra di cavalieri. Da questo momento, la sua carriera fu in ascesa, complice anche i tumulti politici che interessavano l’Asia ed è proprio, approfittandone, che si alleò con Husayn (figlio dell’emirato Kahzgan). Entrambi si opponevano militarmente all’occupazione della zona della Transoxiana ( nell’antichità indicava l’Asia centrale). Grazie anche all’appoggio del popolo, i mongoli si ritirarono e così riuscì a farsi eleggere sovrano di queste zone, assumendo il titolo di “Grande Emiro” e liberandosi del suo alleato. In questo modo, si assicurava di non avere altri pretendenti al regno.

Scultura di Tamerlano. Foto di shakko. Wikipedia.

Consolidò inoltre la sua posizione politica, sposando Bibi Khanun, discendente accertata e reale di Gengis Khan. Come capitale, scelse Samarcanda (oggi in Uzbekistan); era una città strategica sia militarmente sia culturalmente. Samarcanda, infatti, era a metà tra il mondo greco e persiano e questo dava un notevole vantaggio a Tamerlano. La rese tra le più floride e belle dell’Asia, a livello politico invece vietò alle tribù nomadi di origine mongola di entrare e stabilirsi in città, attraverso una serie di leggi ad hoc.

La sua sete di potere però non si fermò: negli anni successi guidò una serie di operazioni militari nei paesi vicini, spesso, secondo le fonti, massacrando la popolazione. Da sovrano dunque si stava trasformando in despota e tiranno. Tra le guerre che condusse, quella con Toktamish fu la più duratura: lo scontro durò quasi tredici anni, nonostante Tamerlano avesse inizialmente accetto il suo potere nei territori a est dell’attuale Russia.

La tattica del terrore

In tutte le guerre che portò avanti, usò la tattica del terrore, uccidendo molte persone e devastando i territori. Per scatenare la sua ira, bastava solo un accenno del popolo assediato a voler resistere. Dopo aver conquistato gran parte dell’attuale Iran, si diresse verso l’India, dove riuscì a conquistare Dehli nel 1398; questa è tra le vittorie più leggendarie di Tamerlano. Attaccò poi anche il sultanato musulmano di Egitto e l’Impero Ottomano.

Ritratto di Tarmelano. Foto di I, Sailko. WIkipedia.

Questa politica di aggressione da una parte preoccupava l’Europa che ne intraveda una minaccia, dall’altra, però, ne comprendeva il potenziale diplomatico; infatti, Tamerlano poteva neutralizzare l’impero ottomano. Ed è proprio in virtù di questo che avanzarono delle proposte politiche e commerciali che il Grande Emiro accettò di buon grado. Rivolse il suo sguardo così alla Cina, perché, conquistarla, avrebbe coronato il suo sogno di creare un vasto impero. La spedizione partì nell’inverno del 1404 ma l’inverno asiatico fece fallire subito l’impresa, tanto che lo stesso Tarmelano si ammalò di una violenta polmonite che lo portò alla morte il 19 febbraio del 1405.

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