Il mistero dell’Octavius

Quante volte nell’immaginario horror abbiamo sentito delle navi fantasma, galeoni che viaggiano nei mari e dove a bordo, sempre nell’ottica di queste leggende, abiterebbero i fantasmi dell’equipaggio. Sebbene molte di queste siano solo racconti di fantasia, nella realtà rimangono molto dubbi, come nel caso della nave Octavius dove, ancora oggi, aleggia il mistero.

Il mistero dell’Octavius
L’Olandese Volante di Albert Pinkham Ryder. Wikipedia.

Nel 1761 l’Octavius era ormeggiato nel porto nel Londra pronto per partire per l’Oriente; con un equipaggio di circa venti persone, prese la rotta per la Cina. Secondo i documenti storici, sembra che il galeone sia arrivato sano e salvo in Cina dove, infatti, risulta i documenti dello scarico della merce. Lasciata la merce, la direzione era quindi quella verso Londra, ma il capitano invece di seguire la stessa via, approfittando del clima favorevole, decide di deviare per il Passaggio Nord Ovest, una rotta che nessuno sembra avesse mai affrontato. Il rischio era elevatissimo, e non solo perché era inesplorata, ma anche perché nello stretto di Lancaster nel periodo invernale si poteva rimanere bloccati dal ghiaccio. E sembra che sia accaduto proprio questo. Da questo momento nessuno seppe più niente della nave inglese.

Fu solo nel 1775 che una nave avvistò i resti di una nave che oggi gli storici hanno identificano con l’Octavius. La baleniera Herald era, infatti, a caccia quando la vedetta, durante la navigazione, avvisò di intravedere alcuni alberi maestri in lontananza. Avvicinandosi, l’equipaggio della Herald notò che le vele erano logore e lo scafo danneggiato, ma a bordo non c’era nessuno. A un primo impatto, sembrava abbandonata, ma, quando scesero sottobordo, trovarono, secondo i loro racconti, ventotto marinai congelati. Il freddo aveva mantenuto i loro corpi intatti, tanto da farli sembrare addormentati.

L’equipaggio lasciò l’Octavius lì senza mai comprendere fino in fondo cosa era successo, nonostante il capitano avesse preso il diario di borgo proprio per capire, ma mancavano la prima e l’ultima pagina.

Il mistero resta ancora oggi; l’ipotesi più probabile che l’Octavius sia rimasto incastrato nei ghiacci e finite le scorte di  cibo, l’equipaggio inevitabilmente morì. Nel diario di bordo, però, il capitano lesse che non erano rimasti lì intrappolati, bensì a migliaia di chilometri di distanza, in Alaska; questo significava che aveva navigato alla deriva, dopo che il suo equipaggio era morto.

Nessuno, però, ha mai provato con solide basi storiche questa storia e quindi è a tutti gli effetti una nave fantasma.