Il bagno di sangue di Stoccolma

Non tutti sanno che durante l’occupazione danese della  Svezia avvenne, sparso in più giorni, un massacro di persone, ancora oggi ricordato nei libri di storia.

Il bagno di sangue di Stoccolma

Conosciuto come Il massacro di Stoccolma o Bagno di sangue, fu il culmine dell’occupazione della Svezia da parte della Danimarca. Gli eccidi si intensificarono nei giorni da 7 al 10 novembre del 1520, ma l’apice fu nella giornata dell’8 quando l’esercito danese uccise più di cento persone, tra civili, militari e religiosi.

Re Cristiano II. Wikipedia.

Questo bagno di sangue si colloca nello scontro dei due paesi, scaturito perlopiù da due correnti politiche: quella danese che prevedeva un maggior controllo del vicino a livello economico e commerciale. Quella svedese che, invece, affermava la propria indipendenza e come tale voleva instaurare proficui traffici con il Baltico e quindi le due fazioni erano rispettivamente nei sostenitori di Cristiano II ( re di Danimarca, nato nel 1481 e morto nel 1559) e i ceti più abbienti della Svezia. Gli aristocratici svedesi, infatti, intravedevano, nella libertà di commercio, un possibilità di accrescere i loro guadagni e ricchezze.

Dalla parte danese, invece, il re Cristiano aveva già cercato di isolare la Svezia politicamente, cercando l’appoggio del clero, tanto che soccorse anche l’arcivescovo Trolle.

L’arcivescovo era assediato nella sua fortezza dalle truppe degli “indipendentisti”, guidate da Sture, il quale fu ucciso il 18 gennaio del 1518. A questo punto, ai danesi, rimasti senza oppositori, non mancò che invadere la Svezia e cercare di occuparla.

Sture. Wikipedia

Cristiano II, inoltre, promise l’incolumità e l’indennità ai ribelli se questi, in cambio, avessero lasciato le armi, ma non mantenne la promessa.

L’8 novembre, giorno culminante del massacro, il re convocò i leader svedesi apparentemente per una riunione, in realtà perché fu l’occasione per arrestarli. Il giorno dopo, il vescovo Trulle li condannò a morte in un processo falsa per eresia.

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