Fragile e incisivo: l’opera e la vita di Federigo Tozzi
Ormai conoscete il mio grande e folle amore per i libri e gli scrittori, appassionata da sempre di lettura e di letteratura, alcuni sono parte di me e ci resteranno per lungo tempo, come nel caso del romanzo “Con gli occhi di chiusi” di Federigo Tozzi. Chi era però questo scrittore ottocentesco, sconosciuto ai più?

Fragile e incisivo: l’opera e la vita di Federigo Tozzi
Federigo nasce a Siena il 1 gennaio del 1883 da un’umile coppia di contadini: il padre, anch’egli di nome Federigo (chiamato però da tutti Ghigo) era un uomo dispotico e violento che aveva fatto una piccola fortuna con una trattoria nel centro cittadino. La madre, Annunziata Automi, era una donna, secondo i ricordi dello scrittore, gentile e sottomessa al marito, soprattutto perché, fino alla nascita del figlio, non aveva altri che Ghigo, essendo un’orfana.

Federigo, primogenito della coppia, appare subito diverso dal padre: fin da adolescente si rifiuta di amministrare i poderi e la trattoria del padre. Secondo i ricordi di alcuni parenti, era un ragazzo indisciplinato e disobbediente, a scuola, nonostante la sua grande passione per la letteratura, andava molto male e questo acuì i litigi con il padre che frequentemente diventavano violenti. Dopo aver provato a frequentare la scuola tecnica, s’iscrive all’Accademia delle Belle Arti senza però mai riuscire a conseguire il diploma.
Nonostante la sua poca propensione scolastica, Tozzi legge molto: in questo periodo gli è particolarmente caro E. A. Poe, le cui opere avranno una profonda influenza. Grazie proprio alla lettura dei romanzi di Poe, si avvicina alla psicologia, materia che avrà un ruolo primario nei suoi capolavori. La vita famigliare però non va altrettanto bene: il padre morirà nel 1908, dopo la madre che lo aveva lasciato molti anni addietro.
Federigo eredita così gli averi del padre, compresi la trattoria e i due poderi. Venderà la trattoria subito, proverà, invece, ad amministrare i poderi, ma, non ottenendo alcun risultato, lascerà anche quelli. Ed è questo in periodo che si sposa con Emma Palagi che aveva conosciuto solo per via epistolare molti anni prima. Con la moglie si trasferisce al podere “Castagneto” dove vivranno fino al 1914. È l’anno 1913, quello di svolta per lo scrittore senese: insieme a D. Giuliotti fonda la rivista “La Torre” e inizia a scrivere “Con gli occhi chiusi”, il suo capolavoro.
A Roma
Nel 1914, con la moglie e il figlio Glauco, si trasferisce a Roma, dove rimarrà fino al 1920, per entrare in contatto con gli ambiti letterari ed è qui che conosce Pirandello. Entrambi erano, infatti, alla redazione del “Messaggero della Domenica”. Purtroppo, la sua carriera si interrompe così: morirà nel 1920 per una polmonite causata dall’influenza spagnola.

Federigo Tozzi è autore di capolavori immortali: dal già citato “Con gli occhi chiusi” a “Il Podere” fino a “Bestie”. Per lungo tempo dimenticato dalla critica, è stato oggi riscoperto dai lettori che hanno apprezzato l’aspetto psicologico dei suoi romanzi, paragonandolo a Dostoevskije al Kafka prosaico. Nelle sue opere, s’intravede l’indagine psicologica dei personaggi, caratterizzati ognuno da precise connotazioni caratteriali. Questa Indagine è calata però in contesto materiale e oggettivo, come la campagna senese, nella quale, frequentemente, la trama si snoda. I fatti però rimangono in secondo piano, sembra quasi che facciano da contorno alle psicologie dei protagonisti.