Righetto e Sgrullarella, due eroi della Repubblica Romana

Roma non è stata fatta in un giorno, recita il proverbio. Ed infatti la storia dell’Urbe è antichissima e variegata da numerosi episodi, in particolare quelli avvenuti durante le guerre che hanno coinvolto la città.

Quella che in questo articolo andremo a rappresentare è la storia vera di “Righetto e Sgrullarella”, un giovane dodicenne e la sua cagnolina. Questi due inusuali eroi hanno conquistato il diritto ad un monumento di bronzo sulla cima del Gianicolo, assieme ad importanti figure, come per esempio quella di Garibaldi ed Anita.

A Righetto giovane trasteverino simbolo dei
ragazzi caduti in difesa della gloriosa
Repubblica Romana del 1849

Questa la dicitura che riporta il monumento dedicato.

Righetto

Il giovane Righetto aveva dodici anni e viveva nel popolare quartiere di Trastevere. Probabilmente era uno dei numerosi orfani che vivevano per strada all’epoca, poichè di lui non si hanno notizie anagrafiche specifiche. Si sa però che, nonostante la giovanissima età, era un bambino onesto e volenteroso, che lavorava come fattorino per un forno del quartiere. L’unica famiglia di Righetto era Sgrullarella, la sua inseparabile cagnolina.

L’assedio francese

Come se non bastasse la povertà, purtroppo arrivò anche la guerra. La città di Roma era stata presa d’assedio dai francesi, che non risparmiavano le cannonate e le bombe per fare breccia nelle mura. Come anche nei precedenti assedi della storia, i romani si comportarono con orgoglio e coraggio adoperandosi per la difesa. Come riporta lo stesso Giuseppe Garibaldi, scrivendo ad Anita, donne e bambini “gareggiavano per il possesso delle palle”.

Infatti le bombe scagliate avevano una miccia che ne consentiva l’esplosione ritardata. La popolazione quindi vi si gettava sopra con un panno bagnato per disinnescarle e consegnarle al Ministero della Guerra della Repubblica Romana. In cambio veniva elargita una piccola ricompensa. La fame e la necessità spingevano le persone a rischiare la vita, “litigandosi” le bombe che cadevano a terra. Le munizioni sarebbero poi state riutilizzate dai difensori, per rispedirle al mittente.

Il sacrificio di Righetto

Righetto, come altri molti suoi coetanei si organizzò con un gruppo di amici per questa pericolosa attività. Il bombardamento era iniziato 15 giorni prima, e il 29 giugno il giovane era intento a disinnescare le bombe sempre in compagnia della fedelissima Sgrullarella. Si Trovavano alla Renella, la riva del Tevere all’altezza di Ponte Sisto. Una bomba francese rotolò inesorabilmente verso Righetto che vi si gettò contro con il panno bagnato, ma la miccia era troppo corta. La bomba esplose dilaniando il povero Righetto e la cagnolina che morì sul colpo.

Il giovane Righetto purtroppo nonostante le cure, perì qualche giorno dopo tra atroci sofferenze.

La morte del ragazzo indusse il Ministero della Guerra a revocare la ricompensa. La Repubblica Romana cadde il 3 luglio 1849 con l’entrata dei francesi in città. I romani avevano perso 983 difensori.

Qualche anno dopo nel 1851, il garibaldino e conte, Pompeo Litta, commissionò allo scultore Giovanni Strazza un monumento in memoria del sacrificio di Righetto. La scultura nominata “L’Audace”. Ancora oggi il marmo è esposto all’ingresso di Palazzo Litta a Milano. Un altro monumento, stavolta in bronzo venne posto al Gianicolo a Roma nel 2003.

 

 

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