Alfonsina, la prima ciclista sportiva della storia
Il coraggio non è solo quello delle grandi azioni, più frequentemente è quello di compiere azioni contro tendenza, sfidando schemi sociali imposti ed è così che si potrebbe riassumere la vita di Alfonsina Strada.

Conosciuta con il cognome da coniugata, Alfonsina Rosa Maria Morini è stata una pioniera dello sport, tra le prime donne a competere in gare prettamente maschili come il Giro d’Italia e il Giro di Lombardia.
Alfonsina, la prima ciclista sportiva della storia
Seconda di dieci figli, i suoi genitori erano una coppia di contadini emiliani analfabeti. Alfonsina nacque a Castelfranco Emilia nel 1901, quindi, in un clima famiglia non proprio facile: oltre le condizioni economiche molto modeste, i fratelli di Alfonsina si ammalarono di tifo e malaria per le paludi circostanti.

Nonostante l’economia precaria della famiglia, il padre riuscì a comprare dal medico del paese una bicicletta e Alfonsina dimostrò fin da subito la sua naturale attitudine: infatti, fu la prima tra i suoi fratelli a imparare ad andarci e ben presto divenne la sua grande passione. Già prima dei quattordici anni, infatti, aveva trovato il modo di partecipare a diverse gare, nonostante il parere avverso della famiglia, soprattutto dei genitori che non vedeva di buon occhio una donna fare la ciclista poiché era considerata sconveniente.
Dopo aver scoperto il fatto, la madre accettò la passione della figlia alla sola condizione che la figlia si sposasse e così Alfonsina convolò a nozze con Luigi Strada il 24 ottobre del 1915. Nonostante il matrimonio frettoloso, Luigi si dimostrò essere il suo primo sostenitore, tanto da farle da manager.
Le prime gare ufficiali
Le prime gare ufficiali furono a Torino, dove, non solo il ciclismo era molto radicato, ma anche dove le donne potevano competere senza destare scandalo. Durante queste gare, si fece notare tanto che un altro emiliano, Carlo Messori, che la convincerà a partecipare alla gara di San Pietroburgo del 1909. Per l’epoca fu una vera rivoluzione, tanto da destare anche la curiosità di numerosi quotidiani locali e nazionali.

Dopo anni dopo, nel 1911, batté il record di velocità femminile durante la gara di Moncalieri (Torino). Durante la Grande Guerra, nel 1917, Alfonsina chiese alla Gazzetta dello Sport di poter partecipare al Giro di Lombardia, di cui era lo sponsor e l’organizzatore. Sebbene il regolamento non lo vietasse espressamente, trovò all’inizio molte reticenze, fu solo dopo molte insistenze che le accettarono la richiesta di partecipazione. Fu questa la prima volta che una donna partecipò a una gara prettamente maschile.
La gara iniziò il 4 novembre del 1917 e parteciparono altri quarantatré ciclisti. Alfonsina, però, arrivo ultima tra quelli che erano riusciti a finire il percorso; infatti, solo la metà riuscì ad arrivare alla fine.
L’ultima gara
Nel 1924, il marito Luigi fu ricoverato in manicomio, dove rimase fino alla morte. Alfonsina così, per mantenere la famiglia, s’iscrisse al Giro d’Italia, poiché essendo una gara nazionale, il guadagno era più alto. Dalla parte degli organizzatori, la richiesta fu accettata solo per un mero scopo promozionale e pubblicitario: una donna al Giro d’Italia avrebbe fatto scalpore e quindi l’attenzione sulla gara sarebbe stata maggiore.
Il Giro del 1924 costava di dodici tappe con una pausa totale di undici giorni. I partecipanti furono novanta, Alfonsina partì da Milano con il numero settantadue, ma fin da subito l’impresa si dimostrò difficile. Non riusciva a tenere il passo con i colleghi e quindi per la maggior parte delle volte tagliò il traguardo con alcune ore di ritardo, come nella tappa di Firenze o in quella L’Aquila-Perugia. Questo però poco importava perché, al suo arrivo, era accolta da fiori e acclamazioni, soprattutto da parte del pubblico femminile.

Dopo quest’edizione, gli organizzatori non accettarono più la sua presenza alle gare ufficiali. Alfonsina, però, non si dette per vinta: sfruttando la sua notorietà, partecipò a diversi spettacoli, compreso il circo, dove si esibiva sui rulli. Sembrava che la sua carriera da ciclista fosse finita. Nel 1943, però, fu ingaggiata dal club Montmatre Sportif per il primo giro solo femminile, dove arrivò al quindicesimo posto. Morì il 13 settembre del 1959.
Per approfondire la vita di un’altra donna straordinaria: https://www.prometeomagazine.it/2022/07/25/la-sfortunata-e-coraggiosa-vita-di-helen-keller-prima-donna-sorda-e-cieca-a-laurearsi/