Il pranzo nel cavallo dell’Altare della Patria
Sempre più frequentemente ci capita di sentire di luoghi stravaganti dove poter cenare; penso, ad esempio, a vecchi vagoni della tramvia, ad antiche navi come i galeoni o, ancora, nelle anguste celle di qualche fortezza. Mai, però, mi era capitato di leggere riguardo a una cena nella pancia di un cavallo. Ovviamente, non si trattò di un cavallo reale, bensì di una statua e in particolare quella del monumento del Vittoriano.

Il Vittoriale si trova in Piazza Venezia a Roma ed è conosciuto a livello mondiale. Davanti a questo complesso architettonico troneggia la sontuosa statua di un cavallo, grande sedici volte di più rispetto a quella naturale e dedicata a Vittorio Emanuele II. Quando posero la statua in loco, invitarono gli operai, in totale ventuno o, secondo altre fonti, ventiquattro, a pranzare all’interno della sua pancia. Accade il 5 marzo del 1911, quando inerirono l’opera dello scultore, E. Chiaradia, davanti al complesso monumentale; l’opera richiamò un gran numero di persone, nonostante le polemiche riguardo alla sua estetica.
L’artista, infatti, del Vittoriale, G. Sacconi, criticò aspramente il cavallo poiché era troppo altezzoso e stonava, dunque, con il complesso. Ci vollero per realizzarlo quasi cinquanta tonnellate di bronzo e costò una cifra esorbitante per l’epoca, ben un milione e mezzo. Lo realizzarono in una fonderia di San Michele a Ripa (Roma) e poi fu portato a pezzi in Piazza Venezia, dove lo assembrarono.

Illuminarono l’angusto ventre grazie a ventuno lampadine che riuscirono a rischiare il buio; un ristorante vicino preparò il cibo che poi portò ai commensali. E fu davvero un pranzo molto originale che di sicuro lasciò colpiti i partecipanti.
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