Le coltivazioni care agli Antichi Romani

Il popolo degli antichi romani ha saputo donarci e trasmetterci conoscenze ineguagliabili, alcune delle quali ci portiamo ancora oggi con noi. Sicuramente, uno dei campi nei quali dettero il loro maggiore contributo fu l’agricoltura.

Le coltivazioni care agli Antichi Romani

Quest’attività, accompagnata dall’allevamento, era fondamentale nella loro economia, soprattutto lungo le coste occidentali della penisola, dove la fertilità del suolo era particolarmente elevata. L’intenso sfruttamento del terreno è testimoniato dai numerosi canali di irrigazione sia superficiali sia sotterranei che permettevano un afflusso di acqua sufficiente per coltivare. Insomma, la coltivazione era alla base del mondo romano. Basti pensare anche alle numerose divinità a esso legato, come Saturnus ( Dio della Semina), Ops ( Dio dell’abbondanza dei raccolti) o, ancora, Ceres ( Dea della fioritura).

Mosaico Aquileia, Foto di Stafylis. Wikipedia.
Le divinità dell’agricoltura

La devozione dei Romani nei confronti di queste divinità testimonia come il popolo fosse legato visceralmente alla Terra e alla sua coltivazione. In numerose occasioni, legate soprattutto alle principali festività religiose, i Romani li offrivano doni e preghiere. Capitava in occasione dei Lupercali ( festa dedicata al Dio greco Pan, in romano Fauno), oppure per le Lucanie in onore delle divinità dei boschi oppure per le Palilia, ovvero la festa dei pastori che cadeva ad Aprile.

Non era solo un sistema economico, ma serviva anche come fonte di cibo e nutrimento. I principali prodotti agricoli coltivati finivano, come si immagina, anche sulle tavole dei romani: dal frumentum ( frumento), del quale si utilizza solo le spighe, come scrive Varrone nel De re rustica, oppure il far ( farro), ingrediente principale per arricchire la focaccia portata alla sposa il giorno delle nozze. I legumi, come l’orzo ( hordeum) e i cereali ( fruges) erano importati dalle isole poiché la loro coltivazione necessitava di terreno molto fertile e quindi la coltivazione avveniva altrove.

Iniziazione a Bacco, affresco a Pompei. Wikipedia

Tra le piante più coltivate non posso non menzionare la vitis ( vigna), la quale è disposta insieme agli olmi. L’uva coltivata era poi conservata in grandi contenitori di terracotta, detti lacus vinarius, dove la lasciavano fermentare. Una volta concluso il processo di fermentazione, era sposta in anfore di argilla, sulle quali era scritto il nome dei consoli dell’anno della coltivazione.

Per approfondire altri aspetti della loro vita: https://www.prometeomagazine.it/2022/04/22/larte-culinaria-romana-cosa-mangiavano-e-bevano-i-romani/

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