Il Ponte Milvio e la sua storia

Roma è capace, con la sua Storia e arte, di attraversare i secoli; quelli che sembrano superficiali oggetti di architettura si possono rilevare testimoni diretti di un passato che in qualche modo ci ha condizionato. I suoi edifici, ad esempio, possono raccontarci le abitudini e le usanze delle antiche casate italiane, le sue statue o opere d’arte possono rivelarci le commissioni e i gusti di un’altra epoca. E anche i ponti possono essere indizi di storia e cultura, come nel caso del Ponte Milvio, il ponte più antico della città eterna.

Ponte Milvio oggi. Foto di Livioandronico2013. Wikipedia.
Il Ponte Milvio e la sua storia

Ai tempi degli antichi romani, era la strada principale per chi volesse uscire o entrare nella città da Nord e da Est poiché, essendo la prosecuzione della Via Flaminia, era l’unica via percorribile per chi volesse dirigersi verso l’Adriatico ( Est) oppure verso la Toscana ( Nord). Per di più dal Ponte Milvio si diramavano due arterie, la Clodia e la Veientana, che collegavano la città alla parte più alta del Lazio.

Ponte Milvo nel XVIII secolo. Wikipedia.

Chiamato anche “ponte molle” a causa delle piene del Tevere, fu costruito nel 207 a. C a seguito della Battaglia del Matauro, combattuta il 22 giugno del 207 a. C, durante la Seconda Guerra Punica, grazie al progetto, secondo le fonti antiche, di Molvius (gens Molvia), il quale lo costruì il legno. Fu solo nel 110 a. C che il pretore Marco Emilio Scauro decise di cambiarlo e ricostruirlo in muratura.

Il ponte, però, non fu solo un importante snodo stradale, ma fu anche teatro di importanti avvenimenti storici, come l’arresto di Tito Volturcio: politico e magistrato romano, del quale Cicerone intercettò le lettere della nota congiura di Catilina. O, ancora, nel 312, quindi quasi quattrocento anni dopo, su quel ponte si combatté la battaglia tra Massenzio e Costantino che, appunto, prese il nome di “ Battaglia di Ponte di Milvio”.

Dipinto “La Battaglia di Ponte Milvo” di Raffaello. Wikipedia.

Questi esempi dimostrano come il suo ruolo nella storia antica sia stato centrale e come, ancora oggi, possa raccontarci molto sui tempi lontani dai nostri, sebbene il suo aspetto sia cambiato nel corso dei secoli. Odiernamente, rimangono solo le arcate centrali, causati dai numerosi restauri durante il Quattrocento. In particolare, fu quello di Papa Martino V che li cambiò i connotati originali, eliminando le ultime parti in legno romane. Inoltre, nell’Ottocento, anche il Pontefice Pio VII che, affidandosi al progetto di G. Valadier, edificò una torre neoclassica alla sua imboccatura settentrionale. La sua versione odierna risale però al 1850 quando Papa Pio IX lo ricostruì dopo che Garibaldi lo aveva fatto saltare per rallentare l’avanzata dei soldati francesi.

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