Ferruccio Ferrucci: il condottiero del Rinascimento

Ferruccio Ferrucci: il condottiero del Rinascimento

Il Rinascimento è stata un’epoca in cui l’arte, la letteratura e tutte le altre discipline del sapere hanno raggiunto livelli eccelsi: molti, infatti, sono state le figure che hanno cambiato per sempre la nostra Storia. Come spesso accade, però, alcune di esse sono conosciute meno di altre, come nel caso del condottiero fiorentino Ferruccio Ferrucci.

Statua di Ferruccio a Firenze. Foto di Sailko. Wikipedia.

Nato il 4 agosto del 1489 a Firenze in Via Santo (la sua abitazione è oggi sempre visibile) da un ricca famiglia di mercanti, il suo destino e la sua strada sembravano già decisi, ma il suo carattere impetuoso fece ben presto cambiare idea agli uomini della famiglia che lo instradarono verso la carriera militare a dispetto di quella mercantile, soprattutto dopo l’esperienza nei cosiddetti “giovani di Savonarola”, un gruppo di giovani che era molto intransigente e rigida nell’applicare le parole di Savonarola. Questi non si facevano alcun scrupolo nel distruggere oggetti considerati simbolo e traccia del lusso ecclesiastico.

La sua inclinazione, dunque, non poteva non essere la vita militare ed, effettivamente, fece una carriera folgorante: nel 1519 divenne podestà di Larciano ( provincia di Pistoia), ancora, qualche anno più tardi, nel 1523 di Campi Bisenzio e infine nel 1526 di Radda in Chianti, meraviglioso borgo nel senese. La situazione a Firenze, però, era alquanto tumultuosa tanto che l’anno successivo, nel 1527, i Medici, storica casata fiorentina, furono cacciati. Ferrucci quindi fu costretto a rientrare nella sua città natale, dove entrò nelle “Bande Nere”, compagnie militari organizzate da Ludovico di Giovanni de’ Medici.

L’assedio di Firenze

La sua esperienza militare era diventata, nel corso degli anni, quasi irraggiungibile tanto che lo nominarono commissario di Empoli, punto fondamentale per la difesa di Firenze. Qui, il giovane condottiero si preparò in vista della nuova guerra: fortificò le sponde dell’Arno, così da permettere l’arrivo dei rifornimenti anche in caso di attacco, curò personalmente l’addestramento delle truppe e organizzò le vettovaglie. Terminò questi preparativi poco prima che le milizie imperiali, guidate da Filiberto D’Orange, assediassero Firenze. Il clima politico però non era destinato a calmarsi: qualche tempo dopo, infatti, Volterra, altro punto strategico fiorentino, si ribellò ai Medici. La rivolta costrinse, quindi, Ferruccio ad abbandonare, almeno in via temporanea, Empoli. Tornato a Firenze, con le poche truppe a sua disposizione, assalì e sconfisse i volterrani. Dopo la loro sconfitta, proseguì il suo contrattacco verso le altre truppe nemiche. I volterrani, ormai alla stregua, si arresero.

Assedio di Firenze. Wikipedia.

Alla fine della battaglia, lasciò tutto e si ritirò con l’ordine dai fiorentini di radunare tutti gli uomini possibili per combattere l’esercito imperiale. Ferruccio aveva dunque predisposto ogni dettaglio: il suo piano consisteva nel tagliare le vie di rifornimento ai nemici in modo da indebolirle e poi attaccare. Il progetto però non ebbe il consenso del governo fiorentino che propose invece alcuni atti di resa. Questo però dette un vantaggio a Filippo D’Orange, il quale riuscì a scappare per le colline fiorentine, andando incontro verso quelle di Ferrucci. Il loro scontro divenne la Battaglia di Gavinana, durante la quale il condottiero fiorentino perdette la maggior parte delle truppe e così dovette arrendersi.  Lo fecero prigioniero e lo condannarono a morte il giorno stesso, il 3 agosto del 1530.

L’epico sacrificio impressionò moltissimi dell’epoca che lo esaltarono per il coraggio e la dedizione verso la città natale, tanto da diventare  un emblema risorgimentale.

 

Un’altra figura rinascimentale: https://www.prometeomagazine.it/2022/01/17/pier-andrea-mattioli-medico-e-botanico-senese-nel-rinascimento-italiano/

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