Il culto di Santa Barbara. Storia e curiosità.

Il ballo della Pupazza a Vicovaro

Domenica 4 dicembre si sono svolti a Vicovaro i festeggiamenti in onore di Santa Barbara. Quest’anno sono stati inaugurati dalla realizzazione di un quadro floreale da parte del Gruppo Infioratori ed hanno coinvolto, oltre alle Parrocchie di San Pietro e San Salvatore, la Protezione Civile e i Vigili del Fuoco, le attività locali “Bar La Piazzetta” e “L’Antica Macelleria di Alessio & Angela”. Il momento più suggestivo, che da sempre attira grandi e piccoli cittadini, è sicuramente il tradizionale ballo della Pupazza. Un grande fantoccio dalle fattezze femminili, realizzato con una struttura interna in canne e legno e ricoperta di carta pesta, tipico delle tradizioni contadine dell’Italia Centrale, viene manovrato in una danza rituale e alla fine di questa, incendiato (link per il video del ballo: https://www.facebook.com/EccoVicovaro).

Questa ricorrenza ci offre l’occasione per scoprire qualcosa in più sulla figura e il culto di Santa Barbara.

       (da Wikipedia)

La conversione al Cristianesimo

Della sua storia esistono diverse agiografie, nessuna delle quali è contemporanea al periodo in cui visse. Figlia del ricco pagano Dioscuro che l’aveva rinchiusa in una torre per sottrarla ai numerosi pretendenti, si consacrò in giovine età a Cristo. Si battezzò da sola in una piscina nei pressi della torre e ordinò l’apertura di una terza finestra nella costruzione, già simbolo nella tradizione cristiana di ascensione al cielo, per richiamare il concetto di Santissima Trinità. In altre versioni della sua storia si legge che Barbara fu istruita nella torre da filosofi, oratori e poeti, i cui insegnamenti la fecero giungere al rifiuto del politeismo. In altre ancora che il battesimo avvenne ad Alessandria d’Egitto per mano di Origene, grazie ai testi del quale si convertì al Cristianesimo.

Ad ogni modo, il padre, dopo aver compreso il significato delle tre finestre, decise di ucciderla. La fanciulla riuscì miracolosamente a fuggire passando attraverso le pareti della torre. Un pastore però, scoperto il nascondiglio della ragazza, lo rivelò al padre.

Il martirio

Il prefetto Marciano tentò invano di farla abiurare e la sottopose a diversi supplizi che ogni volta fallivano grazie all’intervento divino. Alla fine arrivò la condanna per decapitazione, che eseguì il padre. Quest’ultimo, mentre tornava a casa dopo l’assassinio, fu colpito da un fulmine a ciel sereno che lo incenerì completamente.

Il patronato della santa

A questa leggenda si lega l’idea di una protezione da parte della santa contro la morte “cattiva e improvvisa”, allusione a quella del padre, ravvisabile anche nella preghiera che recita “Signore, per intercessione di santa Barbara, concedici di ricevere il sacramento prima di morire”. Proprio per questo motivo è la patrona delle confraternite della Buona Morte. Il fulmine vendicatore è stato fonte di ispirazione per la sua funzione di protettrice contro le folgori, come testimonia anche l’invocazione recitata durante i temporali: “Santa Barbara Benedetta liberaci dal tuono e dalla saetta”. Dopo la scoperta della polvere da sparo Santa Barbara è divenuta la patrona dei lanzichenecchi, che portavano gli archibugi, degli artificieri, minatori e artiglieri. Successivamente sarà la protettrice dei vigili del fuoco, architetti e muratori. Ha infine ispirato il nome del deposito delle munizioni sulle navi da guerra che si chiama “santabarbara”.

Il luogo di origine e la data del martirio

Anche le sue origini e la data del martirio sono molto discusse. Il luogo di origine della santa varia tra Antiochia, Nicomedia e Heliopolis. Per la data del martirio si indicano invece periodi diversi: sotto l’imperatore Massimino (235-238 d.C.), Massimiano (286-305 d.C.) e Massimino Daia (308-313 d. C.). Numerose incertezze riguardano anche il luogo del martirio, che varia da Nicomedia alla Toscana e addirittura a Roma, e la storia delle reliquie. Secondo la tradizione reatina il corpo di santa Barbara sarebbe stato traslato da Scandriglia, dove sarebbe stata uccisa, nella cattedrale di Rieti di cui è patrona.

(da Wikipedia, cappella all’interno della cattedrale di Rieti dedicata a Santa Barbara)

Ma secondo un’altra tradizione veneziana l’imperatore Giustino lo trasferì dall’Egitto a Costantinopoli, dove sarebbe stato prelevato per deporlo nel 1009 a Torcello, nella chiesa di San Giovanni Evangelista. Anche Il Cairo, Costantinopoli e Piacenza rivendicano il possesso delle sue reliquie. La testa è invece venerata contemporaneamente a Novgorod, in Russia, che ne possiede anche il seno pietrificato e in Pomeriana, regione storica che si affaccia sul Mar Baltico, il cui territorio è oggi compreso tra Germania e Polonia. Nonostante le numerose versioni, si può affermare che la martire doveva essere orientale, probabilmente egiziana, e che il suo culto giunse in Italia verso il VI secolo, durante la dominazione bizantina.

 

Dott.ssa Sabina Iacovelli, archeologa