R. L. Stine: il papà di “Piccoli Brividi”

È da poco passato Halloween e la maggior parte di noi, da bambini, erano accaniti lettori di “Piccoli Brividi”; quelle storie di fantasmi e mostri che ci facevano compagnia prima di dormire. Ed è probabile che in molti non si ricordino il nome dell’autore che dette vita a quest’incredibile collana: Robert Lawrence Stine.

Immagine di R. L. Stine nel 2008. Foto di Larry D. Moore. Wikipedia.

Nato nel 1943 in una fattoria a Columbus, fin da bambino dimostra un profondo interesse per la letteratura che ben presto si trasforma per quello della scrittura, complice anche il ritrovamento della vecchia macchina da scrivere del padre. Il suo primo racconto lo scrive all’età di nove anni, e da quel momento non smise più di scrivere. Negli studi successivi, la sua passione letteraria aumentò, tanto da iscriversi alla facoltà di Lettere all’università statale dell’Ohio.

Agli inizi degli anni Novanta, esce il primo libro di Piccoli Brividi, che fu, appunto, pubblicato nel 1992. Il volume iniziale aveva come titolo La casa della morte (Welcome to the dead house, in lingua originale) e fin da subito si capì le linee guida delle successive pubblicazioni: i racconti erano brevi, la scrittura è lineare, senza mai essere forte, nonostante il tema horror. perché rimaneva comunque letteratura per l’infanzia. La narrazione è in prima persona e questo come accade nella letteratura, permette di far immedesimare il lettore più facilmente. Nel corso del tempo, aggiunse delle miniserie all’interno dei romanzi, come quella del Pupazzo parlante o del Barattolo mostruoso.

Piccoli brividi fa parte di quelle serie che ha accompagnato la nostra infanzia e adolescenza ed ha contributo alla letteratura dell’infanzia. Il suo successo è innegabile, tanto che alcuni produttore realizzarono anche una serie-tv.

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