Il villaggio Breda, storia di un quartiere fascista

Nella zona del Municipio VI a Roma, vicino Torre Gaia, esiste un quartiere, creato per ragioni lavorative ed è il villaggio Breda. Questo villaggio prende il nome da Ernesto Breda, fondatore della Società Italiana per le costruzioni meccaniche (nata a Milano nel 1866), aveva deciso, dopo aver ricevuto l’incarico dal governo fascista nel 1925, di fondare una nuova fabbrica di armamenti; la prima zona prescelta fu in Via Flaminia, ma, nel corso del tempo, quest’iniziale ubicazione risultò poco agevole. I dirigenti allora preferirono costruire una fabbrica fuori dal centro della capitale e per questo motivo, scelsero appunto il territorio vicino a Torre Gaia.

Il progetto prevedeva, dunque, la costruzione della fabbrica e di un quartiere vicino a essa per gli operai che ci lavoravano. I lavori per entrambi iniziarono nel 1939 e fu lo stesso Mussolini a inaugurare il complesso urbanistico, posando la prima pietra il 27 maggio. Solo però nel 1941, le prime abitazioni furono pronte e le affidarono in gestione all’Istituto fascista autonomo Case Popolari (IFACP), al contrario, invece, della fabbrica che già nel luglio del ’39 era in funzione.

Villaggio Breda nel 1959.

Alla fine della guerra, lo stabilimento cessò la sua funzione e così anche il quartiere perse la centralità con cui era nato; ancora oggi, però richiama studenti di architettura e urbanisti per studiarne la conformazione. Oggi, nella vecchia fabbrica sono stati aperti negozi e supermercati.

 

 

Per approfondire la storia di un altro quartiere romano: https://www.prometeomagazine.it/2022/01/04/monte-testaccio-la-collina-costruita-con-i-rifiuti-degli-antichi-romani/

 

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