Anagni, nuove sensazionali scoperte archeologiche all’Osteria della Fontana

A cura di Guglielmo Viti

Ė con profondo piacere e soddisfazione che oggi posso pubblicare i risultati di un piccolo ma importante scavo archeologico che tutti gli anagnini transitando sulla via Casilina avranno notato.

All’altezza del supermercato Carrefour in Osteria della Fontana lungo la via Casilina,  esiste uno scavo recintato che oggi si presenta praticamente abbandonato, con dei teli che ricoprono i ritrovamenti.

Quello che è stato trovato conferma quanto sia ricco di testimonianze storiche il sito di Osteria della Fontana. Ho, in tempi passati, su diversi articoli di questo magazine raccontato dei vari monumenti di eccezionale valore storico riemersi in questo luogo.

La culla dell’Archeologia Anagnina

Vanno dal famoso ”Circo Marittimo” al “Tempio di Diana”, da siti preistorici alle necropoli pre-romane e romane, dagli altari alle Ninfe ai ripostigli votivi, dal santuario “Delubrum Lavernae” al monumentale edifico del “Rutone” con il suo acquedotto ancora in funzione. Dai numerosi resti di strade romane come la via Magna alle tracce del lago Scarano con il suo antichissimo molo. Dai monumentali resti di Villa Magna, alla sconvolgente storia del “Re Nemorensis”. Il Re del bosco ecc…

Questa stessa zona che oggi rischia di perdere per sempre la speranza di essere rivalutata nella sua importanza storico-archeologica ed ambientale per essere soffocata sotto il maleodorante cumulo del Biodigestore.

Per questa ragione e nell’intento di aggiungere altri motivi che spingano chi di dovere alla doverosa attenzione e rispetto che merita questo luogo, illustro gli ultimi ritrovamenti fatti e diretti egregiamente dal dott. Davide Pagliarosi autore anche delle foto e dei rilievi nell’articolo.

Eccezionali ritrovamenti

Per prima cosa è importante notare che i risultati dell’indagine non corrispondono a quanto ci saremmo aspettati, ovvero un selciato stradale. Ma, è emerso qualcosa di molto più interessante.

Il piano di calpestio da cui si è cominciato lo scavo si trova a circa 2 mt sopra il piano stradale. Dopo alcuni strati di materiale di riporto recente, frutto anche di demolizione di un manufatto ad uso agricolo, si arriva allo strato di epoca romana.

Ecco che già un particolare importante colpisce la mia attenzione: lo strato risalente ad epoca romana si trova allo stesso livello dell’attuale via Casilina. Quindi, il piano di scorrimento della strada non si differenzia per nulla dal piano antico. Evidentemente, così come si è rilevato dai sondaggi nell’area limitrofa, lo strato romano non ha subito un interramento importante e questo è un bene per chi scava ed un male. Purtroppo, le testimonianze del passato in vari punti sono state rimosse per sempre.

L’indagine parte dalle monete

Al di sotto, quindi degli strati più recenti che formano il banco su cui sorge il Centro Commerciale, sono emerse varie opere murarie essenzialmente di fondazione di edifici. Fra l’altro sono venute alla luce quattro monete molto deteriorate che necessitano di un’accurato restauro per conoscerne la datazione. Cosa molto importante per risalire all’epoca dell’intera area.

Da questo scavo preliminare e, tutto sommato, incompleto, emerge la coesistenza di edifici diversi o diversi ambienti di uno stesso edificio. Luogo dove appare probabile l’esistenza di locali ad uso di laboratorio artigianale o commerciale.  Questo è deducibile per la presenza di un fondo di “dolio. (vaso di grandi dimensioni  per contenere liquidi come vino o olio, oppure aridi come grano e legumi ecc..).

Molti frammenti di tegole fanno pensare al crollo di coperture, tetti o tettoie. Naturalmente siamo ancora agli inizi dell’indagine conoscitiva che potrebbe anche prevedere dei saggi in maggiore profondità per verificare possibili tracce di insediamenti più antichi.

Il pericolo del biodigestore

Credo che si andrà avanti nella verifica, anche nelle vicinanze, di altri reperti in modo da poter ricostruire per intero come era in epoca romana l’insediamento di Osteria della Fontana o, come si chiamava nel medioevo, di San Cesareo.

Per tutto questo, per raccogliere, documentare, ricostruire e raccontare il grande nostro passato … Si rende necessario che il Rutone divenga un centro museale di promozione turistica. E soprattutto che si vinca la battaglia affinché il Biodigestore si allontani da questa area archeologica di così fondamentale interesse.

 

dott. Guglielmo Viti, archelogo