Il re dei ratti: il fenomeno che la scienza non si spiega

-Il re dei ratti: il fenomeno che la scienza non si spiega-

 

Ci sono dei fenomeni che la Scienza non riesce a spiegare, sia essi faunistici, naturali o metereologici. Alcuni di questi “misteri” riguardano il comportamento degli animali; nonostante gli studi siano sempre più approfonditi e dettagliati, alcuni di essi lasciano perplessi gli zoologi che tentano di dare una spiegazione, senza però arrivare a una tesi convinta. Il comportamento animale può quindi assumere sfaccettature che non si trovano sui manuali e che sembra allontanarsi dai classici schemi comportamentali.

Una litografia con il re dei ratti. Wikipedia
IL re dei ratti: il fenomeno che la scienza non si spiega

Esiste un termine folkloristico che racchiude nelle sue parole, appunto, un comportamento anomalo: il Re dei ratti. Un insieme di roditori ( topi, nutrie e, in qualche caso, anche scoiattoli) legati insieme dalla coda. Questo agglomerato di topi è stato frequentemente rinvenuto, solo dopo la morte degli stessi, sebbene ci siano testimonianze di persone che affermano di aver trovato roditori in questa posizione, mentre erano ancora in vita. Si verifica quando questi animali sono uniti per la coda attraverso una sostanza appiccicosa, come la gomma o la colla, oppure attraverso le loro deiezioni; può racchiudere fino a 30 topi. Il più numeroso è stato di 32.

Il re dei ratti. Foto di Edelseider, derivative work Lämpel. Wikipedia.

Nonostante che nella concezione comune sia abbastanza noto, si tratta di un fenomeno molto raro; infatti, i ritrovamenti, nel corso dei secoli, sono stati esigui. Il primo risale al 1654 e da allora i ritrovamenti sono andati via via scemando, l’ultimo nel 2005 in una fattoria estone.  La diminuzione del fenomeno è, probabilmente, dovuta al fatto che sono diminuiti i topi; infatti, i miglioramenti igienici hanno debellato questi animali. Inoltre, dal XVIII secolo, i comuni ratti sono stati via via sostituiti dal ratto grigio che presenta una coda più corta e, quindi, meno propensa a intrecciarsi.

Le possibili spiegazioni

Gli zoologi non sanno ancora quale sia la causa di questo fenomeno. La tesi più probabile è che si tratti di una mera coincidenza, ossia in colonie molto numerose il rischio di rimanere intrecciati tra di loro sale notevolmente. Inoltre, se pensiamo agli ambienti dove vivono i ratti, è facile che essi si possano imbattere in materiali collosi o adesivi. Dunque, l’affollata presenza e la presenza di certi tipi di rifiuti sarebbe la causa scatenante del fenomeno. Una volta intrecciati i ratti, nel tentativo di liberarsi, peggiorerebbero la situazione al punto da creare dei nodi impossibili da sciogliere. Un fattore, però, fondamentale sarebbe anche il freddo: lo zoologo A. Milijiutin ha ipotizzato, osservando un re dei ratti rinvenuto in Estonia, che contribuirebbero anche la sabbia e il terriccio gelati, le quali renderebbero collose le code.

Sebbene le tesi siamo molte, quello che, per lungo tempo, si è creduto che fosse un segno di sfortuna, un segno di malaugurio; secondo le leggende, infatti, un re dei ratti fu rinvenuto da un contadino prima della diffusione della peste trecentesca. Si tratta, ovviamente, di superstizioni e non di fatti storici accertati.

 

Se vi incuriosiscono altri comportamenti insoliti degli animali: https://www.prometeomagazine.it/2022/07/19/il-parassita-che-trasforma-le-cavallette-in-zombie/

Condividi