TOMBA BRION, UN LUOGO DELL’ ANIMA

 

Nella foto le due tombe dei coniugi Brion
Lo scorso mese di giugno il FAI (Fondo per l’ambiente Italiano) ha presentato al pubblico la donazione da parte della famiglia Brion del Memoriale Brion situato a San Vito di Altivole (TV). Il complesso funerario capolavoro dell’architetto Carlo Scarpa diventa così il settantesimo Bene della Fondazione. L’ingresso alla tomba rimane libero e il FAI organizzerà delle visite guidate a pagamento.
L’ acqua si integra all’ uso del cemento armato

A San Vito di Altivole dove la campagna veneta tocca i piedi delle Alpi, si trova un complesso monumentale di arte funeraria dall’incredibile bellezza. La tomba è stata commissionata a Scarpa dalla vedova Onorina Brion Tomasin dopo la morte improvvisa dell’amato coniuge Giuseppe Brion. Egli fondò la linea di prodotti elettronici dal grande contenuto nella ricerca del design Brionvega.

Difficile descrivere a parole questo spazio del monumento.

E’ un luogo di meditazione. L’architettura di Scarpa abbraccia il cimitero del paese rappresentando un sentiero di commemorazione, silenzio e riflessione.

Nella foto il Padiglione della meditazione

L’area monumentale Brion è ariosa, con ampie aiuole e grandi vasche d’acqua che ammorbidiscono l’assoluto uso del cemento armato. L’accesso principale al complesso si trova all’interno del cimitero di San Vito, attraverso un portale pensato da Scarpa come un propileo.

L’architetto Carlo Scarpa

Al centro, va in scena l’amore: l’arca aperta ai lati con i sarcofagi dei due coniugi inclinati l’uno verso l’altro. Qui infatti l’architettura entra in relazione con lo spazio circostante e vi dialoga attraverso diversi elementi: l’acqua, simbolo di vita; la luce, emblema di spiritualità nel mondo orientale e di razionalità nel mondo occidentale, delinea e segna percorsi architettonici differenti nelle diverse ore del giorno.

L’ingresso alla tomba Brion dal lato del cimitero del paese

Inoltre l’opera, considerata summa e testamento del lavoro artistico di Scarpa, rappresenta la sintesi tra le varie esperienze del maestro nel trattare sapientemente il cemento armato nudo unito ad altri materiali: l’acciaio e preziosi intarsi ceramici, miscelato alla filosofia Zen e all’arte Giapponese. Non si può capire Scarpa se non si capisce Venezia, la sua città natale. Città del frammento, del pittoresco, dell’ornamento, dell’acqua, delle dissonanze, delle fratture, delle pietre preziose, degli scrigni. Appunto Carlo Scarpa, che volle essere sepolto anch’esso in questo spazio metafisico.

Nella foto l’interno della Cappella della tomba Brion

https://fondoambiente.it/news/la-donazione-al-fai-del-memoriale-brion-capolavoro-di-carlo-scarpa

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