L’Archivio storico comunale di Olevano Romano: uno scrigno bibliografico

Per il futuro del nostro Paese è indispensabile conservare la memoria storica, mantenere e valorizzare tutti quei documenti e registri che raccontano com’eravamo.  Per tale motivo, quindi, gli archivi acquistano una rilevanza in numerosi campi del sapere; siano essi storici, comunali, religiosi o civili. L’archivio è quindi un punto di riferimento culturale e sociale sia per gli addetti ai lavori sia per il cittadino comune poiché tra quei faldoni può trovare e indagare sulle origini della sua famiglia.

L’ASCO: l’archivio storico comunale di Olevano Romano

Ha quindi una valenza pubblica e privata che permette di ricostruire una Storia distante, ma non troppo lontana dai tempi di oggi. Alcuni di essi, poi, sono delle vere perle: al loro interno è possibile ammirare, previa richiesta di consultazione, opere manoscritte che sembrano opere d’arte. È innegabile che, in questi casi, il lavoro del copista (o scriba o amanuense), vale a dire quella persona, spesso un ecclesiastico, che copiava, appunto, testi già esistenti, richiedeva, non solo un conoscenza approfondita della letteratura e della scrittura, ma doveva anche possedere abilità specifiche, quali la padronanza degli stili grafici coerenti in quel determinato periodo storico.

Immagine dello Statutum Olibani. Foto tratta dal sito del Comune di Olevano Romano

Per tutte queste ragioni, l’Archivio Storico Comunale di Olevano Romano, in provincia di Roma, è uno scrigno bibliografico. L’ASCO (sigla dell’Archivio) è diventato una guida e una tappa imperdibile per chi vuole approfondire, non solo la Storia olevanese, ma anche quella laziale e quindi quella italiana. All’interno del quale, infatti, sono conservati documenti, registri e statuti che vanno dal Medioevo fino agli anni postunitari, dunque successivi al 1861, anni dell’Unità d’Italia.

Lo Statutum Olibani

Il documento archivistico più antico è lo Statutum Olibani del 1364. Si tratta di un codice membranaceo, o pergamenaceo. Entrambi gli attributi si riferiscono al materiale con cui tale manoscritto è stato realizzato. Nel corso degli anni, infatti, il papiro, primo materiale con cui erano realizzati, divenne inadatto alla creazione dei manoscritti. Fu sostituito con la pergamena, più resistente ed elastica, rispetto al papiro.

Lo Statutum Olibani. Foto tratta dal sito del Comune di Olevano Romano.

Tale Statutum è di carattere civile; sono, infatti, qui raccolte le norme che disciplinavano la vita all’interno del borgo laziale. L’epiteto Olibani è derivato da quello della nota rocca, di epoca longobarda, eretta tra il IV e il VII secolo. Nel 2021 è iniziato un progetto di digitalizzazione che è terminato qualche tempo fa. Un importante passo verso la fruibilità dell’intero patrimonio archivistico, poiché digitalizzare questi manoscritti, così importanti per la storia nazionale e locale, ha un duplice significato: quello di poter rendere accessibile a chiunque, studiosi o non, una risorsa storica e bibliografica e quello, non meno importante, di poter conservare e tutelare il manoscritto. Evitando dunque di essere sfogliato, si azzera il rischio di usura e danni ai fascicoli che compongono lo Statutum.

Gli altri documenti archivistici

Il patrimonio documentaristico dell’ASCO non si esaurisce qui. Tra gli scaffali sono infatti conservati tre catasti – gli inventari dei beni immobili- che vanno dal 1500 fino al 1778. Questi catasti, anch’essi ben conservati come lo Statutum, raccontano la storia locale, dandoci però l’opportunità anche di intravedere quella che era la vita quotidiana dei cittadini olevanesi in quei secoli.

Come in tutti i fondi archivistici, non mancano nemmeno i faldoni degli anni postunitari, costituiti da registri civili e dalle delibere del Comune e della Giunta. Questi atti, sebbene più recenti, sono, e lo scrivo per esperienza personale, uno strumento indispensabile per chi vuole intraprendere una qualsiasi ricerca genealogica poiché è solo attraverso di essi che è possibile rintracciare le storie famigliari.

Giada Marzocchi

 

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