Subiaco e l’invasione francese, storia di saccheggio e massacro

 1798 e 1799 i saccheggi della città e la rivolta dei sublacensi

I Francesi giunsero in Subiaco nel 1798 durante la conquista di Roma avvenuta in febbraio, dove deposero Pio VI e lo deportarono prima nel Gran Ducato di Toscana. Successivamente a Bologna ed infine in Francia dove morì di maltrattamenti.

I soldati napoleonici misero subito al sacco i monasteri, le chiese. Presero quanto trovarono di valore usando la violenza e la prepotenza che gli furono permesse dal neo eletto Presidente del Municipio Tomassetti e dal Commissario Buzi, che autorizzarono gli espropri a nome della Repubblica neo costituita.

Soldati francesi 1799

Gli invasori usavano la violenza sui cittadini che cercavano di ribellarsi al saccheggio. Altri sublacensi avevano intanto cercato di avvertire un plotone di soldati papali che ancora non aveva deposto le armi e che stavano combattendo a Napoli.

I soldati pontifici tuttavia non riuscirono a raggiungere Subiaco prima di un anno, a causa dei blocchi francesi e della distanza che al tempo era notevole. La colonna degli insorti giunse il 14 marzo del 1799 e i sublacensi si rivoltarono contro gli occupanti d’oltralpe con cui ne seguirono violentissimi scontri.

Caddero molti uccisi o feriti. Altri furono arrestati o fuggirono, ma alla fine ebbero la meglio i soldati pontifici aiutati dal popolo, che proclamarono disciolta la Repubblica Francese e issarono i vessilli del Papa restaurando il governo pontificio.

Il ritorno dei francesi

I sublacensi dopo la vittoria eressero barricate lungo le strade e si prepararono al ritorno dei francesi. Oltre i giovani persino le donne ed i preti vennero reclutati ed armati.

I napoleonici non si fecero attendere troppo. Il 18 marzo a soli 4 giorni di distanza dal primo scontro, una colonna di 500 uomini e 2 cannoni comandati da Camillo Borgia da Velletri giunse alle porte della città.

Soldato pontificio 1799

I difensori della città li attesero lungo la strada romana nascosti nella fitta vegetazione. I cittadini accolsero gli invasori a fucilate uccidendone molti, ma alla fine i francesi dopo un’ora di scontri riuscirono ad entrare in città. Subiaco venne messa a ferro e fuoco. Gli invasori saccheggiarono quel che era rimasto da saccheggiare nelle chiese e nella Rocca.

Molti abitanti riuscirono ad avere scampo nei monti vicini, ma altri non furono così fortunati e catturati vennero sommariamente fucilati. La vendetta dei francesi infuriò per ben dodici ore tra massacri, stupri e ruberie.

Per un certo periodo la città versò in difficoltà economiche dovute alle distruzioni. Al punto che per esempio la Chiesa di Santa Maria della Valle iniziata da Pio VI nel 1794 vide la fine dei lavori solo nel 1851 a causa della carenza di fondi e la facciata fu completata nel 1870.

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