La tribù brasiliana delle formiche
Esiste in Brasile una tribù indigena che ha una tradizione molto pericolosa e dolorosa. I Saterè Mawe (epiteto in lingua originale) è, appunto, una tribù che vive negli stati brasiliani del Parà ( zona nord orientale) e del Amazonas ( parte settentrionale); secondo l’ultimo censimento consta di circa 10 000 individui ed è quindi tra i gruppi più numerosi.
Il rito d’iniziazione della Tucandiera
Nonostante sia di grande interesse antropologico per la loro storia, che è tra le più antiche del Brasile, quello che colpisce di più, e desta anche un po’ di preoccupazione, è il rito d’iniziazione della Tucandiera. Questo rito si rivolge ai giovani maschi della tribù e segna l’ingresso nella vita adulta.

La Tucandiera è il nome brasiliano di una specie di formiche molto grosse che possono arrivare anche a 2 cm di lunghezza; esse hanno un velenoso pungiglione, la cui puntura, secondo vari testimoni, è molto più dolorosa rispetto a quella della vespa. Il suo epiteto scientifico è quello della Paraponera clavata che letteralmente significa proiettile; l’indicazione deriva dal dolore della puntura che è stato paragonato, appunto, a quello di un’arma da fuoco. L’effetto del veleno può anche perdurare per ventiquattro ore e si manifesta soprattutto con una paralisi.
Il rito, che si svolge lungo tutto un giorno, ha vari fasi di preparazione. Inizia con la cattura delle formiche, le quali, una volta prese, vengono messe all’interno di un recipiente e stordite grazie a una mistura di acqua e foglie di cagiù. Dopo questo passaggio, gli uomini anziani della tribù le inseriscono una a una tra le trame di guanto, facendo attenzione che il pungiglione sia rivolto verso l’interno.

Al contempo i partecipanti bevono un liquore molto forte. Questo passaggio ha due scopi: quello di donare un po’ di coraggio e quello di anestetizzare, almeno in parte, il dolore poiché la fase successiva sarà quella di infilare la mano del guanto. In questa posa aspetteranno almeno dieci minuti, durante i quali le formiche, ovviamente, pungeranno la mano del partecipante. Solo, però, con questo i rito i giovani Saterè Mawe potranno dimostrare di essere diventati adulti.
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