Caterina Medici da Broni, tragica fine per una strega

Di persone accusate e uccise per stregoneria ce ne sono a migliaia. Tra il Medioevo e il Rinascimento bastava poco per essere mandati al rogo. Uno sguardo insistente, un gesto della mano o il semplice possesso di qualche oggetto o ingrediente, potevano scatenare la follia dell’Inquisizione.

In questo articolo vi parleremo di Caterina Medici da Broni, già citata anche da Manzoni ne “I Promessi Sposi”.

Caterina nasce a Broni, nel pavese nel 1573. Figlia di un maestro di scuola (nonostante l’importante cognome), viene data in moglie tredicenne a un tal Bernardino Zagalia detto il Pinotto. Il marito tuttavia la costringe a prostituirsi nella città di Pavia fino al 1592, quando ella forse rimasta vedova o forse fuggita comincia a vagare nella regione piemontese del Monferrato.

Occimiano

La donna sopravvive lavorando come serva, passando da un padrone all’altro. Per ben dodici anni è al servizio del capitano Giovanni Pietro Squarciafico a Occiminiano del quale diventa concubina, partorendo tre figlie. Tuttavia la relazione viene interrotta  dal vescovo di Casale Monferrato che non tollerava quel rapporto fuori dal matrimonio. Caterina viene allontanata da Giovanni e inviata a CAsale, al servizio della nobile donna Angelica.

Nel 1612 arriva a Milano dove continua a passare da una famiglia all’altra come serva, fino a giungere in casa del capitano Vacallo, che tuttavia la accusa di stregoneria. Vacallo sostiene di essere vittima di un incantesimo ad amorem praticato però da un’altra serva e omonima, Caterinetta da Varese.

Cacciata da Vacallo, nel 1616 viene assunta come domestica in casa del senatore Luigi Melzi, il quale però dopo qualche mese comincia ad avvertire dei disturbi allo stomaco. Il caso vuole che a dicembre Vacallo si rechi in visita a casa Melzi e riconoscendo Caterina la accusa di aver lanciato una fattura contro il senatore.

L’accusa e l’esecuzione

A sostenere l’accusa ci si mettono anche i medici Lodovico Settala e Giovanni Battista Selvatico, considerati illustri uomini di medicina dell’epoca, che però non riuscivano a guarire il Melzi. Tra i guanciali del letto del senatore vengono inoltre rinvenuti dei cuori di refe. Caterina confessa (o viene costretta a confessare) di essere autrice di un incantesimo ad amorem, volto a far innamorare di lei il suo padrone.

Lodovico Settala

Durante il processo la donna viene sottoposta due volte alla tortura e viene dichiarata colpevole. Il 4 marzo 1617 viene condotta su un carretto a piazza Vetra di Milano, sopra il quale viene tormentata con ferri. Una volta giunti in loco viene strangolata e arsa sopra un palco appositamente costruito per l’occasione.

L’esecuzione viene trascritta nel Registro de’ giustiziati nella nobilissima scuola di S. Gio. Decolato detto alle case rotte dall’anno MCDLXXI in avanti.

“1617. Adì 4 marzo. Giust.a fatta su la Vetra; fa abbruggiata una Cattarina de Medici p. Strega, la quale aveva malefiziato il Senatore Melzi; et fu fatto una Baltresca sopra la Casotta; fu str[an]golata su la detta Baltresca all’atto, che og’uno poteva vedere, e prima fu menata sopra un Carro, et tenagliata. Sotto l’Off.o del Sig.r Capit.o di Giust.a; questa fu la prima volta che si facesse la Baldresca.”

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