La leggenda del campanaro fantasma di Venezia

Una leggenda ammanta la città lagunare di Venezia. Sembrerebbe essere una storia recente secondo alcune fonti.

La narrazione è che in corte Bressana a San Giovanni e Paolo vi fosse l’abitazione di uno tra gli ultimi campanari di San Marco. Costui visse durante la prima metà dell’800. Non è dato sapere il nome, ma è risaputo che fosse un colosso alto due metri con mani enormi. Una stazza inusuale per l’epoca.

Secondo la leggenda popolare il direttore di un istituto scientifico locale, uscendo dalla chiesa dopo la messa notò il campanaro e subito pensò che lo scheletro di quell’uomo imponente avrebbe potuto costituire un pezzo interessante per la sua collezione anatomica.

Il professore convinse con non poca fatica il campanaro a vendere il proprio corpo quando sarebbe sopraggiunta la morte. Il campanaro era anziano, ma vide che il ricercatore lo era di più. Pensò che probabilmente sarebbe deceduto per primo e che il contratto sarebbe poi stato nullo. Sembrerebbe che scherzando il professore lo avesse informato che alla sua morte lo scheletro sarebbe stato posto in una teca di vetro con una campanella in mano per “fare la guardia alle collezioni”.

Il campanaro tutto contento dell’affare, non perse tempo ed andò a godersi il denaro all’osteria, e così giorno dopo giorno, ancora non aveva consumato tutto il suo guadagno che un colpo improvviso lo stroncò proprio al tavolo dove stava banchettando. Così come convenuto il professore prese possesso dello scheletro e lo mise nella teca con la campanella.

Oggi lo scheletro del campanaro è ospitato, a seguito di donazione, nel Museo di Storia Naturale di Venezia che si trova all’ex Fondaco dei Turchi lungo il Canal Grande. Secondo la tradizione lo scheletroprima della mezzanotte abbandonerebbe la teca e salirebbe sul campanile di San Marco battendo dodici rintocchi. Quindi vagherebbe fino alla sua vecchia casa suonando la campanella e mendicando dai passanti denaro per ricomprare il suo vecchio corpo.

 

 

 

 

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