La Chiesa di Santa Maria delle Grazie

Dalla fondazione alla sede museale

La fondazione della chiesa

Nel borgo Santa Maria, a pochi metri dal centro storico di Vicovaro e nei pressi del cimitero, sorge la chiesa di Santa Maria delle Grazie.

Da una postilla al testamento del 1232 di Giangaetano figlio di Orso di Bobone di Pietro, datata al 1234, si evince che, prima della costruzione della rocca, gli Orsini vivevano in una residenza sul colle San Vito. Giangaetano lasciò alcuni oggetti all’ “Ecclesia Sanctae Mariae”, nella quale risiedevano i frati minori. Questi vi si stanziarono prima da ospiti e  in un secondo momento vi si stabilirono definitivamente.

Una leggenda locale narra che San Francesco, durante il suo viaggio nel Lazio, sia stato ospite degli Orsini. Pare che Matteo Rubeis, figlio di Giangaetano figlio di Orso di Bobone, gli offrì suo figlio Giovanni Gaetano. San Francesco predisse che il figlio non sarebbe diventato frate minore, ma protettore dell’ordine e pontefice. Divenne infatti papa col nome di Niccolò III. Dopo il passaggio di San Francesco la piccola cappella votiva iniziò a subire varie trasformazioni, fino a raggiungere le forme attuali.

La prima fase della costruzione

Nella prima fase l’impianto era quello tipico della “chiesa fienile”, propria dell’architettura degli ordini mendicanti. Si trattava di una costruzione a navata unica, con i muri che si vanno restringendo verso il coro, copertura a capriata sulla navata e volta a crociera sul coro.

Il XVI secolo

Nel XVI secolo, si passò dal suddetto schema ad uno più tipico dell’architettura rinascimentale. Quest’ultimo è caratterizzato sempre da un’unica navata e coro radiale e centrale ottenuto costruendo un abside rettangolare con lo sfondamento del muro sul fondo. Il campanile con due campane poggiava sui muri di una cappella o sacrestia demolita precedentemente.

A questo periodo si può far risalire l’apertura della porta, murata nel ‘600, che metteva in comunicazione la chiesa con il convento adiacente.

Il XVII secolo

Nel restauro del 1628 si prolunga la chiesa attraverso lo sfondamento dell’abside e si mantengono  sia la sacrestia che la cappella privata della famiglia Orsini.

Il restauro interessò anche la copertura, con la costruzione di volte a botte lunettate sull’abside, entrambe allineate con la crociera del coro. In conseguenza di ciò si rialzò la facciata, si rimpicciolì il portale, con due lesene ai lati.

In asse con il portale venne realizzato un finestrone che verrà in seguito chiuso e sostituito da un dipinto murario della Vergine delle Grazie. La facciata si conclude con un timpano al cui centro è collocato un oculo.

(foto gentilmente concessa dalla Sig.ra Maria Stella Ziantoni)

Nel 1652 papa Innocenzo X emanò la bolla “Instaurandae regularis disciplinae “con cui veniva decretata la soppressione dei conventi che non rispettavano le osservanze regolari: tra questi ci fu anche il convento di Santa Maria.

Il XVIII secolo

Nella ristrutturazione avvenuta tra 1709 e 1726 fu innalzato un nuovo altare maggiore, con una pianta semicircolare, che si può ipotizzare costruito sulla linea della circonferenza del vecchio abside.

(foto dell’autrice)

La parte posteriore del coro è un ambiente quasi separato e andrà a costituire una nuova sacrestia. Il campanile fu invece innalzato.

Il XIX secolo

Nel periodo della Rivoluzione francese sia il convento che la chiesa entrarono in uno stato di decadimento, fino a quando nel 1803 furono occupati dalle truppe francesi.

Il tutto è testimoniato da una lettera del Padre Guardiano di Santa Maria indirizzata al Papa dopo la caduta di Napoleone per ottenere sia la riapertura del convento che il ritorno dei religiosi a Vicovaro.

Nel 1875 la chiesa ed il convento divennero proprietà del Comune di Vicovaro. Fu costruito il cimitero, la cui porta d’accesso era stata aperta sulla parete sinistra dell’ex abside della chiesa, proprio dietro l’altare maggiore.

Gli ultimi restauri

Dopo diversi lavori tra 1906 e 1983, l’ultimo intervento subito dalla chiesa è iniziato nel 2001 e terminato nel 2005. Questo ha riguardato all’esterno il restauro della facciata, la rimozione dei vecchi infissi e la sistemazione del piazzale antistante la chiesa. Per quanto riguarda gli interni, sono stati rimossi i depositi superficiali e reintegrate le parti mancanti di stucco.

Il Museo di Vie e Storie

Dal 2015 la chiesa ospita il Muvis, Museo di Vie e Storie del Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili, sede del patrimonio demoetnoantropologico del territorio del Parco.

Nel primo ambiente, “Le legende nel tempo”, vengono trattati, attraverso proiezioni video, temi relativi all’antichità, alla storia moderna, leggende con riferimento all’abitato e narrazioni incentrate sui luoghi esterni a questo.

Nel coro la sezione “Il territorio e il sacro” raccoglie anche le tematiche della sacralizzazione del territorio, della trasgressione al sacro, del confine fra vita e morte o fra appartenenza e non appartenenza alla comunità, degli eventi che sono connessi a particolari fasi della storia o della vita umana.

Dietro all’altare, ne “I luoghi della Mente”, trovano posto storie che in rapporto a particolari condizioni della mente umana o a stati d’animo, senza un luogo o periodo storico di riferimento.

La chiesa, oggi sconsacrata, è uno spazio polivalente e un polo culturale per il paese e i dintorni: sala per conferenze, concerti, rappresentazioni teatrali e saggi di danza.

 

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